ACB, chi la conosce?
Read Time:3 Minute, 8 Second
La tanto attesa Analisi Costi Benefici (ACB) sulla Torino-Lione ha varcato martedì 5 febbraio i confini nazionali, ma in Italia (commissari nominati dal ministro Toninelli a parte) nessuno l’ha ancora vista, neppure i ministri.
Un bel colpo per esponenti e forze politiche che della trasparenza, nel recente passato, hanno fatto il loro cavallo di battaglia.
Comunque sia, il documento è stato consegnato ieri mattina, mercoledì 6 febbraio, dal Ministero dei Trasporti a Christian Masset, ambasciatore transalpino in Italia.
Un passaggio concordato dai ministri dei due Paesi, Danilo Toninelli e Elizabeth Borne: “E’ il punto di partenza di una interlocuzione tra i due esecutivi – fa sapere il ministero – che proseguirà a breve con un incontro bilaterale”.
Analoga la procedura seguita, nel pomeriggio di martedì 5 con l’Unione Europea, prima ancora della validazione e della pubblicazione del dossier, che tutt’ora resta top secret.
Anche se non manca chi parla di questo documento come di una sorta di “segreto di Pulcinella”.
Ampie indiscrezioni sono infatti uscite dai palazzi ministeriali a partire dal numero di pagine dell’autorevole documento: 80. E poi la cifra “magica” dell’ipotizzato disavanzo derivante dalla realizzazione della linea che sarebbe quantificato addirittura in 7 miliardi di euro.
Insomma, stando ai tecnici cooptati dal Ministero capeggiato da Toninelli, l’opera sarebbe un danno e un costo e non un vantaggio.
I motivi? Il traffico, soprattutto commerciale, sarebbe in calo sulla tratta Italia- Francia e viceversa.
Poi c’è la crisi economica che potrebbe ancora farsi sentire per molto tempo. I tecnici guidati dal professor Ponti, in più, sostengono che ci sia sproporzione del costo della Torino-Lione rispetto alle altre infrastrutture in cantiere in Italia.
Infine, last but not least, la teoria secondo cui la scelta di puntare sul treno per il trasporto di persone e merci, alla fine, rappresenterebbe non un beneficio ma un costo.
La diminuzione del traffico su gomma che ne deriverebbe, infatti, comporterebbe un calo dei pedaggi autostradali (piuttosto cari, a dire il vero) mentre, per lo Stato, significherebbe incassare minori entrate sulle accise sui carburanti e soprattutto sul gasolio dei tir.
Una considerazione, peraltro, già presente nell’analisi costi-benefici (sempre curata dall’équipe del prof. Ponti) sul Terzo Valico ferroviario dei Giovi (la linea ferroviaria ad Alta Velocità destinata a collegare Genova con Milano, Torino e con il resto d’Europa) che però ha scatenato le ire di quanti sostengono il treno come mezzo decisamente più ecosostenibile e sicuro rispetto al traffico merci (e persone) su gomma.
L’ACB poi non prenderebbe in considerazione le possibili penali o i soldi che l’Italia rischia di dover pagare e restituire all’Europa e che alcuni fonti Ue, nei giorni scorsi, hanno quantificato in 1,2 miliardi di euro.
Ma a scatenare le polemiche, dentro e fuori i confini della maggioranza che sostiene il governo gialloverde, è il fatto che l’ACB non sia mai uscita dai cassetti del Ministero e che sia stata inoltrata in Francia prima ancora di essere discussa all’interno degli italici confini.
Tra i primi a scagliarsi contro il Governo è il parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli, vecchia conoscenza valsangonese e valsusina: “Questa è una umiliazione per il Parlamento e per gli italiani. Il Governo francese verrà a conoscenza della pretestuosa e fantasiosa analisi costi-benefici”.
Sul fronte interno al Governo è il ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini ad attaccare: “Io, da vicepresidente del Consiglio non ho l’esame costi benefici della Tav ma pare che ce l’abbiano a Parigi e questo è abbastanza bizzarro”.
Controreplica del ministro pentastellato Luigi Di Maio: “Salvini stia tranquillo, neanche io l’ho letta…”.
Per il momento ce n’è abbastanza.
BRUNO ANDOLFATTO