Susanna Preacco, 5 anni da sindaca: la Tav e i sogni per il futuro
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Preacco: “Noi e la Tav, un processo da governare”
Susanna Preacco, sindaca di S.Antonino |
Susanna Preacco da cinque anni è sindaca di S.Antonino. La incontriamo nel suo ufficio nel tardo pomeriggio di lunedì sera. All’inizio girava la voce che sul suo operato pesasse un po’ l’ombra lunga di chi l’ha preceduta, Antonio Ferrentino.
Secondo quest’opinione maliziosa Ferrentino rischiava di essere un po’ il sindaco ombra. E’ andata così?
“No. Non è andata così, anche se il rischio poteva esserci. Lui è stato sempre molto discreto e rispettoso. Questo mi ha aiutato. E poi lui è preso da molti impegni, è consigliere regionale ed è presidente dell’Associazione delle Città del Bio. La sua è una personalità forte ma, in questi anni, ha sempre cercato di stare un po’… ai margini, di non interferire e, anzi, è sempre stato presente quando c’è stato bisogno di lui e, soprattutto nei rapporti con gli enti sovraccomunali, è sempre stato un po’, per così dire, il nostro “ministro degli esteri”.
Sant’Antonino su alcuni temi ha una posizione piuttosto originale, che diverge dal resto dei Comuni della bassa valle. Tra questi spicca la Torino-Lione. Ma davvero Sant’Antonino è un Comune Sì Tav?
“Anni fa siamo partiti da una posizione No Tav, anzi direi fortemente critica con la nuova linea. Ma le situazioni intorno a noi sono cambiate e ci siamo mossi in modo molto pragmatico perché non si può negare che i lavori siano andati avanti, che il tunnel di Chiomonte sia stato fatto, che molti appalti siano già stati affidati. Sarebbe da sciocchi fingere che non è successo niente; mi pare che alcuni miei colleghi sindaci abbiano ancora le lancette dell’orologio ferme al 2005. Ma non è così e noi siamo chiamati a difendere e valorizzare il territorio. Per questo siamo rimasti nell’Osservatorio, per governare il processo e partecipare alle decisioni”.
Cosa significa questo per S.Antonino? “Sappiamo tutti che la Torino- Lione, da Susa-Bussoleno in giù, di fatto utilizza la linea attuale per cui a Sant’Antonino, come negli altri paesi, saranno collocate le barriere antirumore. All’inizio sembrava che, per pagarle meno, questo significasse posare due muri di cemento piuttosto impattanti. Su questo, su che tipo di barriere posare, dovremo far sentire la nostra voce, insistere perché sia individuata la soluzione meno impattante. Ci stiamo lavorando con il nostro rappresentante nell’Osservatorio, Livio Dezzani che, tra l’altro, svolge questo compito a titolo gratuito. So anche che altri sindaci sono usciti dall’Osservatorio e poi, senza farsi troppo notare, sono andati spesso a parlare con Foietta e Virano. Beh, tanto vale a quel punto rimanere nell’Osservatorio no?
Quali sono per lei i motivi di soddisfazione di questi cinque anni?
“Il cappotto termico all’edificio delle scuole primarie e il cambio dei serramenti nella scuola media: in tutto abbiamo speso 500 mila euro. Poi il rifacimento di via Maisonetta. E ancora le “cose immateriali”, pensate proprio per far crescere il senso di comunità tra i cittadini. Penso al regolamento sui beni comuni con i molti patti di collaborazione con i cittadini”.
Qualche esempio?
“ C’è un signore che si prende cura di un’aiuola su viale XXV aprile. E poi genitori, insegnanti e bambini che hanno rimesso a nuovo un muro dietro la scuola primaria disegnandoci su un murales iniziando a coltivare un piccolo orto. Ancora: il rifugio antiaereo di via IV novembre gestito dall’Unitre e rimesso a posto con la collaborazione dei Vigili del Fuoco, i disabili del Cst che si sono presi cura del giardino di via Rocciamelone e che presto collaboreranno anche con la Bilioteca. Ma tra le “cose immateriali” segnalo anche il rapporto di grande collaborazione che si è instaurato con le associazioni, a partire dagli scout e dai ragazzi dell’Oratorio”.
Molta gente “arranca”, fa fatica di fronte a questi anni di crisi. Cosa fa il Comune?
“So che mi criticano perché nella mia azione dedico molto spazio al sociale ma per me il Comune con il Consorzio dei Servizi Sociali deve fare tutto quello che può per aiutare cittadini e famiglie in difficoltà. C’è chi dice che c’è gente che viene ad abitare a S.Antonino perché sa che sarà aiutata. Questo per me è un onore.
Ma è vero che aiutate soprattutto gli extracomunitari?
A parte che queste sono persone come tutte le altre, direi proprio che non è così. Alcune cifre. Bandi utenze domestiche: sosteniamo 5 cittadini, tutti italiani. Esenzione mensa: 7 italiani e 1 straniero. Esenzione ticket: 7 italiani e 4 stranieri. Donazioni esterne su segnalazioni: 4 italiani. Borse lavoro: 2 italiani. I numeri sono questi, poi devo dire che ogni anno versiamo al Conisa circa 150 milioni che, però, ritornano indietro tre volte tanto in servizi. Basti ricordare i 15 disabili a scuola e i 3 alla scuola dell’infanzia e gli 8 anziani ricoverati in strutture convenzionate (il costo di solito è intorno ai 3 mila euro al mese). Senza una politica consortile questo non sarebbe possibile”.
Sogni e progetti per il futuro?
“Ho un sogno che mi piacerebbe diventasse realtà se venissi rieletta: buttare giù la palestra di via Abegg e rifarla nuova in modo da poter avere un campo da basket e volley regolamentare. Poi, ma questo dovrà diventare per forza realtà, c’è il rifacimento della fognatura in via Torino anche per evitare che ad ogni precipitazione il paese diventi un torrente. La Smat sta lavorando a una progettazione che si presenta molto complicata tanto è vero che impegna sette aziende. Quella sarà l’occasione per rivede e ripensare il centro storico, per rifare la pavimentazione (basta col porfido) e realizzare un nuovo arredo urbano”.