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Tav, in Piemonte il referendum si avvicina

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Mentre in Francia è il quotidiano Le Monde, in un editoriale, a sostenere che ‘l’Italia prende in ostaggio la Tav Lione- Torino’, nel capoluogo subalpino gli uffici della Regione Piemonte stanno preparando la lettera da inviare agli uffici legislativi del ministero dell’Interno con cui la Regione chiede un parere sulla possibilità di effettuare in contemporanea con le elezioni europee e regionali del 26 maggio una consultazione popolare in cui i cittadini piemontesi possano pronunciarsi sul blocco della Tav da parte del governo. La missiva sarà accompagnata da una seconda lettera del presidente 
Sergio Chiamparino al ministro Salvini. La lettera però rimarrà in stand by ancora per qualche giorno. ‘ Attenderò a mandarla l’11 marzo – spiega il presidente della Regione Piemonte – se in quella data il governo avrà autorizzato Telt a dare il via ai bandi finora bloccati, sarà una vittoria di tutti coloro che sono scesi in piazza e si sono impegnati a sostegno della Tav. Viceversa, chiederò al ministro Salvini di autorizzare la consultazione popolare, in modo che il Piemonte possa dire forte e chiaro che sta dalla parte della crescita, della sicurezza, dell’ambiente’.
La lettera è stata vergata ieri, mercoledì 27 febbraio, a 24 ore di distanza dal dibattito in consiglio regionale che ha discusso proprio l’ipotesi di un possibile referendum regionale sulla Torino-Lione.
C’è una deadline che è l’11 marzo, quando il cda di Telt dovrà decidere sui bandi di gara. Se per quella data il governo non invierà una lettera per sbloccarli, chiedo che il Consiglio regionale individui un modo per dare la parola ai piemontesi – magari in concomitanza con le elezioni regionali – per chiedere cosa pensino non della Tav, sulla quale si sono già espressi favorevolmente, ma sul fatto che il governo Conte, Di Maio, Salvini intende bloccare l’opera”, ha detto in consiglio Sergio Chiamparino. “ Non so quanti posti di lavoro si perderebbero se non si facesse la Torino-Lione, quello che so con certezza, è che se si bloccano i cantieri mille persone che oggi vi stanno lavorando, andranno in cassa integrazione”.
Un referendum che è visto come fumo negli occhi dal Movimento 5 Stelle, una forza politica che di solito non è certo contraria alle forme di democrazia diretta. Per Giorgio Bertola, Davide Bono, Mauro Campo, Francesca Frediani e Federico Valetti siamo qui di nuovo a parlare di Tav, ma ai piemontesi in questo momento serve che il bilancio regionale venga approvato. A Chiamparino non interessano i problemi dei piemontesi, ma solo la Torino-Lione e vuole far perdere tempo e denaro per una cosa che non si può fare. Questa opera deve essere fermata, non accettiamo nessuna ipotesi che preveda la realizzazione del tunnel di base”.
L’attivismo di Chiamparino sulla Tav preoccupa non poco il centro destra timoroso di vedersi sfuggire una vittoria forse troppo in fretta pronosticata alle prossime elezioni regionali. Così Andrea Fluttero, Angelo Luca Bona e Andrea Tronzano (Forza Italia) hanno spiegato che “ siamo da sempre favorevoli ai referendum. Rispetto però alla proposta di consultazione popolare del Presidente Chiamparino sulla TAV da effettuarsi in contemporanea con le elezioni del 26 maggio, siamo perplessi sulla sua reale utilità. È di tutta evidenza che il ricorso alla consultazione popolare rischi di essere letto come strumentale alla prossima campagna elettorale, indebolendo un argomento invece strategico come quello della Tav. Se il M5s, da sempre contrario, vincerà le elezioni regionali i piemontesi dimostreranno di essere contrari all’opera”.
Di “ boutade di stampo elettorale” ha parlato il gruppo Fratelli d’Italia con Roberto Ravello e Giuseppe Policaro.
Siamo stati i primi a proporre una consultazione popolare. Il centrodestra è da sempre favorevole allo sviluppo sostenibile, al lavoro, alla tutela dell’ambiente, contro le ideologie del partito del no a prescindere. Dobbiamo essere credibili, come ha anche detto il ministro Tria, e i contratti e gli accordi vanno rispettati. Non vediamo la stessa coerenza nelle forze che sostengono Chiamparino, ancora oggi ci sono esponenti ambigui sul tema grandi opere”.
In difesa dell’opera e della proposta di Chiamparino il gruppo Pd con Domenico Ravetti, Andrea Appiano, Nadia Conticelli e Antonio Ferrentino: L’atteggiamento del M5s non è nuovo, da tempo sappiamo cosa pensano sul Tav, all’opposto di cosa pensiamo noi e cosa pensa la Lega. Quando diciamo che vogliamo tutelare interessi del Piemonte, nella riflessione c’è sicuramente la preoccupazione per il futuro della regione. Fa sorridere pensare che in Valsusa ci siano tunnel di serie A e di serie B mentre in tutte le Alpi si scavano sei gallerie di identiche dimensioni. Dateci una piattaforma informatica, dei gazebo, dei fogli e delle biro e mettiamo i piemontesi in condizioni di pronunciarsi sul proprio futuro, smascherando cinismo e ipocrisia”.“La memoria digitale ci ricorda che il Pd non è sempre stato così favorevole all’opera, a cominciare dal sindaco di Susa e da molti amministratori valsusini – ha spiegato Gianluca Vignale (Mns) – riteniamo indispensabile la realizzazione della Tav, ma non è la risoluzione dei problemi del Piemonte e per il Pd diventa uno strumento di propaganda politica per coprire quello che non ha fatto in questi cinque anni”.
Per Benito Sinatora (Lega) “siamo da sempre d’accordo sul referendum, si dia la parola ai cittadini. Salvini è per realizzare l’opera contenendo i costi. Ma il Pd guardi alle sue contraddizioni, ci sono importanti sindaci No Tav tra le sue fila”.
“Ognuno deve fare i conti con le proprie contraddizioni –
è la posizione di Marco Grimaldi (Leu) – I 5 Stelle sono al governo col Sì Tav Salvini, noi governiamo la Regione col Sì Tav Chiamparino. Esiste una dialettica fra noi? Certo. Ma di sicuro non farei cambio di alleato”.
La decisione di prendere il toro per le corna e di affrontare la questione Tav e referendum in consiglio regionale è stata presa da Chiamparino alla fine della scorsa settimana, quando la Lega, venti giorni dopo la visita al cantiere di Chiomonte del ministro Salvini, si é accordata con i 5Stelle approvando nella seduta della Camera di giovedì 21, la mozione di maggioranza che, riproponendo quanto scritto sul contratto di governo, “ridiscute integralmente” la Tav. Il futuro dell’opera è statp quindi congelato, con l’esecutivo che sulla Torino-Lione continua a non dire “no” né “sì”.
BRUNO ANDOLFATTO

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