A che punto è la Tav? Corre, sta ferma, aspetta che il Governo italiano gialloverde si decida a… decidere?
Proviamo a chiederlo a Paolo Foietta che, fino all’avvento
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Paolo Foietta |
dell’esecutivo pentaleghista, è stato il punto di contatto tra i Palazzi Romani, i promotori della Tav e i territori interessati (enti locali ma anche forze economiche e sociali) dal passaggio della linea. Oggi, giubilato dal “governo del cambiamento” dopo vari tentennamenti e senza neanche un’udienza dai ruoli di Commissario di Governo per la Torino-Lione e Presidente dell’Osservatorio, Foietta è tornato al suo vecchio mestiere di funzionario del Csi Piemonte: “ Non vi sembrerà vero – esclama – ma pur lavorando intensamente mi sto… riposando, lontano dai tour de force ai quali gli incarichi precedenti mi costringevano”.
Detta così, pare che non tutti i mali vengano per nuocere, almeno sul piano personale. E che fine ha fatto l’incarico di proseguire l’attività dell’Osservatorio su scala regionale affidato a Foietta da Chiamparino, non rieletto presidente della Regione? “ Beh, è ancora in piedi”, risponde Foietta. “ Ci siamo fermati nell’attività a maggio e giugno, in corrispondenza della campagna elettorale e del voto. Ma riprenderemo presto a lavorare”.
Sì, però non sembra probabile che il nuovo Governo regionale la confermi in quel ruolo: “ Al momento continuo a svolgere il mio incarico di Portavoce dell’Osservatorio. Poi la nuova Giunta Regionale deciderà cosa fare. Io sono soddisfatto per il lavoro che abbiamo svolto. L’importante è che l’opera vada avanti, al di là della mia persona che conta fino a un certo punto. E mi pare che oggi le condizioni ci siano”.
Sì ma il Governo… “ Traccheggia , perde e prende tempo. Io mi auguro che riveda la sua posizione e che rinomini un Commissario e che riattivi l’Osservatorio. E poi che dia il via libera ai bandi di gara veri e propri”.
Vedremo, intanto le elezioni qualcosa avranno pur detto: “ Sì. Il quadro è cambiato e facendo due conti non si può far finta di niente di fronte all’85 per cento dell’elettorato che si è espresso a favore delle forze che vogliono la Torino-Lione. Ad opporsi ci sono solo più i 5Stelle e anche in Valle mi pare che le sorprese non siano mancate, a partire dalla Città di Susa”.
Insomma, la Torino-Lione potrebbe trovare nuovi … binari per aprire i cantieri. “Se non succedesse sarebbe una cosa proprio strana, un sovvertimento delle regole democratiche, non dico un golpe ma quasi”.
La sostanza è che in Regione e non solo sul tema spira un vento
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Mino Giachino |
bipartisan, tendente a mettere fuori gioco i 5Stelle e a dare via ai lavori. Mino Giachino, già Forza Italia, già viceministro ai tempi di Berlusconi sostiene che “ il vento sia cambiato il 10 novembre, con la piazza Castello strapiena di gente che urlava sì tav e no decrescita. Poi incontrai Salvini che mi chiese: perché è così importante per il Piemonte la Torino Lione? Fu proprio quella manifestazione a mettere in crisi l’accordo tra Salvini e Di Maio sulle grandi opere”.
Il resto l’hanno fatto “ i sondaggi successivi e le elezioni piemontesi che hanno convinto l’Europa che la maggioranza della popolazione italiana è a favore dell’opera” .
Risultato: “ La Tav si farà ma occorre discutere col territorio , con i sindaci e con le popolazioni in modo diverso e nuovo”.
Bruno Andolfatto