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Chiomonte e la Tav. Garbati: “Noi, figli di un dio minore”

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Roberto Garbati

Di cognome fa Garbati … come i modi che è solito usare. Chiarezza sì, ma con garbo. Poi succede anche a lui, a Roberto Garbati – sindaco di Chiomonte, trascorsi di manager e Ad di Iren – di perdere, ogni tanto, la pazienza. Ma i modi non cambiano: sempre … garbati sono .

Accade anche qualche ora dopo aver strabuzzato gli occhi davanti ai comunicati giunti da oltralpe che esaltano i brillanti risultati ottenuti dalle misure di accompagnamento dei cantieri della Torino-Lione, in piedi ormai da tre anni.

Quando è troppo è troppo… Garbati rompe il silenzio e decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Sempre con garbo però…

Con lui c’è Elena Sibille, di ImprenD’oc, l’associazione degli imprenditori chiomontini che punta a minimizzare i danni e massimizzare i vantaggi che possono arrivare al paese dalla Tav.

E’ proprio Sibille ad attaccare: “Le cifre che arrivano dalla Maurienne testimoniano che oggi più che mai l’Europa è a due velocità e noi siamo quella rallentata”.

Detta in un altro modo si potrebbe dire che da queste parti, rispetto ai territori transalpini, ci si sente proprio “figli di un dio minore”.

“Da quanto tempo – dice Garbati – proviamo a smuovere le acque sulla necessità di procedere con le opere di accompagnamento, la ristrutturazione delle case da dare alle maestranze e chiediamo che nei bandi vengano inseriti incentivi (se non proprio vincoli) perché le aziende assumano il personale in loco e affinché i lavoratori che arrivano a lavorare sul territorio siano ospitati sul territorio stesso”.

Con quali risultati? “Pochi e timidi, qualcosa si inizia a vedere solo ora ma più che altro sembrano raccomandazioni, pie intenzioni; non certo chiare direttive. Quello che si riesce a fare in Francia non si riesce a fare in Italia ci dicono…”.

Anche sulla formazione dei giovani e dei potenziali lavoratori dei cantieri siamo all’anno zero: “ In Francia le cose le stanno facendo, in Italia no”, è la considerazione di Sibille.

Così, sul versante italiano, un’iniziativa come il Patto del territorio analogo a quello della Maurienne è rimasta solo nelle parole e nelle carte. Atti concreti: pochi. E anche sulle compensazioni da dire ce ne sarebbe. Ancora Garbati: “Un esempio? La metanizzazione. Fino ad oggi è stata avviata la realizzazione del primo lotto, metà Chiomonte avrà il metano e sarà soddisfatta. L’altra metà no, perché la seconda parte dei lavori non è ancora stata finanziata nonostante le ripetute inattuate promesse e nonostante che ci siano i progetti e le disponibilità finanziarie. Mi chiedo che cosa si aspetti’.

Per non parlare delle difficoltà di un territorio ancora “blindato” e anche delle ripetute e prolungate chiusure dell’accesso da Chiomonte alla strada dell’Avanà . Colpa delle proteste, certo. “Ma i danni li subiscono i chiomontini che non possono spostarsi liberamente sul territorio. Tutto questo che cosa fa? Non aiuta certo una parte significativa della popolazione a “staccarsi “ dalla protesta No Tav, anzi. Ottiene l’effetto opposto”.

L’appello quindi è chiaro:

“Governo, Telt, se ci siete battete un colpo! E la Regione Piemonte, con la nuova Amministrazione, cambi davvero velocità!”

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