Migranti

Migranti. Si muore anche in Valsusa, a Bardonecchia

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Il cadavere di un uomo é stato trovato nel fiume Dora a Bardonecchia, in alta Valle di Susa al confine tra Italia e Francia. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, potrebbe essere stato trascinato a valle dall’acqua.

Secondo le prime ipotesi, si tratterebbe di un migrante che cercava di attraversare la frontiera.

A dare l’allarme é stato un passante. La polizia sta cercando di ricostruire l’accaduto.

L’anno scorso, nei dintorni di Bardonecchia, erano stati trovati i cadaveri di tre migranti, morti mentre cercavano di raggiungere la Francia. Lo scorso febbraio, invece, un migrante era stato trovato in ipotermia, sulla strada nazionale 94 del colle del Monginevro, in territorio francese, ed era morto poco dopo essere arrivato in ospedale.

Sulla vicenda intervengono i volontari di Rainbow4Africa che da quasi due anni sonosulle montagne piemontesi con la Missione Freedom Mountain, insieme a tutte le altre associazioni della Valle, (Val Susa Oltre Confine, Briser Les Frontiéres, Croce Rossa Italiana, Il Pulmino Verde, il Soccorso Alpino Italiano, ASGI ).

“Il ritrovamento dell’ennesimo cadavere nella Dora, a Bardonecchia, ci riempie di dolore e cordoglio“, scrivono in un comunicato. “Vediamo sgomenti la montagna resistituire le vittime di quel clima di odio e razzismo che ha avvolto l’Italia ormai da troppo tempo. Un clima che genera una paura tale da muovere i più disperati, quelli che hanno perso ogni speranza di futuro in questo Paese, a cercare vie sempre più difficili e impervie per passare il confine. La perdita dei diritti e della protezione umanitaria, l’assottigliarsi delle possibilità dell’accoglienza, il continuo sentirsi indesiderati e in pericolo hanno emarginato e spaventato quelle persone che, da un percorso di integrazione appena iniziato, si sono ritrovate all’improvviso nell’incubo della clandestinità”

“I nostri medici, infermieri e volontari ogni notte soccorrono, informano, consolano, accolgono, curano chi la frontiera cerca di passarla, chi è stato respinto, chi vuole riprovarci, chi è solo in cerca di una vita normale.
Rimaniamo e rimarremo su queste montagne come sanitari perché nessuno deve morire e nessuno deve morire quassù, e rimaniamo e rimarremo come testimoni perché quello che vediamo, sentiamo, scopriamo deve essere evidente: testimoni del diritto di ogni essere umano a cercare la speranza, ovunque voglia”.

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