Politica

Jacopo Suppo e il Comune abitato dai giovani

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Jacopo Suppo

CONDOVE – Era l’anno dei Mondiali, quelli dell’82 e il re d’Italia era Paolo Rossi. In quell’anno nasceva Jacopo Suppo, oggi sindaco di Condove. Un giovane, verrebbe da dire, visti i suoi 36 anni e la difficoltà, in politica, a scalzare i… “vecchi” dalle loro posizioni. In effetti, commenta, “quando cadeva il muro di Berlino avevo 7 anni. Faccio parte di quella generazione che inizia oggi ad assumere ruoli e che non ha visto né vissuto la guerra fredda, che ha studiato la geografia con i nuovi confini europei e mondiali”.

Mica roba da poco, visto che tutto questo ha condizionato per anni il modo di fare politica e amministrazione locale. Questo, secondo Suppo, spiega in parte il motivo per cui in molti paesi si fa fatica a costruire le liste per le elezioni comunali. Anche Condove, fino a pochi istanti prima del fischio di inizio della campagna elettorale, ha rischiato di vedere un… uomo solo al comando. Rischio poi scongiurato. “Il punto è che la mia generazione, e quelle dopo, preferiscono impegnarsi nell’associazionismo e nel volontariato, in forme libere da condizionamenti che trovano riscontri più rapidi. In un Comune, invece, prima di vedere partire una qualsiasi opera devi fare i conti con mancanza di fondi, burocrazia farragginosa, tempi lunghi. Ostacoli veri, a volte insopportabili”.

Ma il problema non sta solo qui. “L’altro è la miriade di piccoli comuni e qui ‘piccolo non è sempre bello’, anzi. Dovremmo ripensare seriamente al dimensionamento dei Comuni. O le realtà più piccole trovano il modo di unirsi oppure sono destinare a sparire o, quanto meno, a diventare insignificanti”.

Comunque sia, Condove in questo momento ha la classe dirigente più giovane della valle e forse non solo: sindaco di 36 anni, età media di 35. Una situazione che facilita il dialogo con i giovani del paese.

“Se guardo all’Italia mi accorgo che il 2017 è stato il primo anno in cui la popolazione non è cresciuta. E se guardo la Valle scopro la stessa dinamica: da Condove in su la popolazione diminuisce, da Condove in giù è ferma o cresce di poco”.

Che cosa vuol dire?

“Semplice, che le nostre realtà ormai offrono poche possibilità di lavoro e pochi servizi. E la gente si sposta altrove”.

Ok, ma per i giovani che fate?

“Vedo due realtà: quella dei giovani “virtuosi”, impegnati e quella dei ragazzi soli, abbandonati a sé stessi che si danno allo sballo in senso lato (la droga ma anche gli atti vandalici per fidare la noia e il disagio). Una questione “urbana” simile a quella che mostrava tempo fa Torino e il suo hinterland. Stiamo provando ad affrontarla nel tavolo con il Conisa. Abbiamo fatto partire, insieme ai giovani, il Centro di aggregazione La Plaza e poi rivitalizzato La Piastra (campo da basket in mezzo al paese) gestito con il Condove Basket. Non nego che abbiamo un contatto frequente con i carabinieri perché quando è ora bisogna intervenire. Ma, accanto al contenimento e alla ‘repressione’ di chi le combina grosse serve anche l’altro intervento, quello che mira al recupero e alla risocializzazione di chi sbaglia”.

Parliamo anche un po’ di Tav, visto che ci siamo.

“Credo che la linea Torino-Lione sia superata dai fatti e lo abbiamo detto più volte anche se negli incartamenti è ancora presente. Registro tuttavia come chi era alla testa delle proteste (i cinquestelle) ora hanno fatto partire i Bandi dell’opera. E nel frattempo il territorio è stato tagliato fuori da una discussione che, ormai, riguarda solo più la politica nazionale. Qui poi ci troveremo ad affrontare un problema gigantesco, insieme a Caprie: la cava che dovrà “ospitare” 800 mila metri cubi di materiale di scavo del tunnel internazionale. L’impatto ambientale per Condove sarà devastante. Dovremo coordinarci con Vaie, Chiusa, Caprie. Il rischio è di essere presi in una morsa di camion e polvere. Ma nessuno ne parla”.

Alcuni problemi, in rapida successione. Cinema. E’ scaduta la convenzione il privato che ce l’aveva in gestione. E adesso? “Premesso che non è stata una scelta felice quella fatta a suo tempo dall’amministrazione Listello, la soluzione arriverà nei prossimi giorni con quella che io definisco una vera e propria “chiamata alle… arti”. Alle arti? Vuol dire che non sarà più solo un cinema? “Non aggiungo nulla. Vedrete”.

Nuova scuola dell’infanzia Rodari: “Ogni giovedì incontriamo i professionisti e il progetto è arrivato proprio lunedì 30 settembre via Pec. Sarà una scuola d’eccellenza, all’avanguardia. Vedrete”.

Poi c’è il Campo Sportivo da recuperare. Un polmone verde, in centro paese. “ Procederemo col preliminare. Vogliamo proseguire in coerenza con i risultati del concorso di idee per restuire l’area rinnovata al paese e ai cittadini. Il percorso è complicato ma faremo di tutto per ottenere finanziamenti europei e dare gambe a questo progetto”.

Idee e progetti non mancano. Intanto sta per cominciare l’appuntamento con la Sagra della Toma: tutto è pronto. “E anche qui ne vedrete delle belle”.

Parola di Jacopo Suppo.

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