cronaca

“Slegàmi”, un progetto per le famiglie separate

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VILLAR FOCCHIARDO Si chiama Slegàmi e non a caso l’accento cade sulla a. Destinatari del progetto: i figli delle coppie che si separano o che stanno divorziando e i genitori. Obiettivo: attenuare i conflitti tra papà e mamma che, anzi devono ripristinare un canale comunicativo tra loro e ricominciare a condividere la responsabilità genitoriale. E poi ridurre disagio e sofferenza presente nei figli, di cui sono testimoni gli insegnanti nelle lunghe ore che bimbi e ragazzi trascorrono a scuola.

Il progetto è stato presentato lunedì 7 ottobre a Cascina Roland: “Abbiamo iniziato un anno fa – spiega Monica Lingua, mediatrice famigliare e responsabile del Centro per le Famiglie Diffuso della Valle di Susa – costruendo una sana alleanza, basata sul recupero delle buone pratiche, tra scuole, servizi sociali del territorio (Conisa), servizi di psicologia dell’età evolutiva dell’Asl, avvocati”. In questo periodo è nata la cabina di regia del progetto, c’è stato un convegno nel mese di marzo, sono stati coinvolti presidi e dirigenti scolastici ed è partita la formazione degli insegnanti.

“A questo punto – riprende Monica Lingua – il progetto vero è proprio è pronto a partire sul campo e si rivolgerà ai genitori coinvolti in separazioni più o meno conflittuali e ai loro figli. Potranno rivolgersi a noi genitori che stiano attraversando una fase di separazione acuta (che contraddistingue soprattutto le fasi iniziali della separazione) e in fase cronica (situazioni in cui si è separati ormai da molto tempo ma ancora non si è riusciti a trovare una composizione del conflitto e non si riesce ancora a comunicare).”

Base di partenza: le parole di genitori e figli ascoltate dagli operatori del Centro per le Famiglie Diffuso di Sant’Antonino o da altri professionisti e l’esperienza sul campo degli insegnanti che ogni giorno incontrano i vissuti di bimbi e ragazzi.

“Al momento – comunica Paola Rocci, insegnante del Comprensivo di Sant’Antonino – le scuole valsusine che hanno aderito alla rete di scopo “Slegàmi” sono : il Centopassi di Sant’Antonino,

il Des Ambrois di Oulx, i comprensivi di Sant’Ambrogio, Bussoleno, Condove, Buttigliera- Rosta, l’Itis Ferrari di Susa”.

Ma come funzionerà il progetto? “La premessa per poter accedere– spiega Monica Lingua – è che i due genitori siano d’accordo a sospendere, per quanto possibile, i procedimenti giudiziali in corso. Per il resto, il metodo sarà quello di costruire una famiglia simbolica intorno alla famiglia che si sta separando”.

Che cosa accadrà? “ La famiglia verrà informata dagli insegnanti, dagli avvocati o dai servizi al Centro per le Famiglie Diffuso che raccoglierà i primi dati e valuterà la fattibilità del progetto. A quel punto si darà vita a un’équipe nella quale i genitori – supportati da mediatori famigliari, operatori dei servizi, psicologi, avvocati – giocheranno un ruolo da protagonisti in un percorso che prevede la partecipazione ai gruppi di parola dei figli e dei genitori, e l’eventuale l’attivazione di interventi di mediazione famigliare e di supporti educativi e psicologici”.

Terminato il primo anno “si farà una valutazione, esaminando quanto sia diminuito il conflitto, migliorata la comunicazione tra i genitori e con i figli, e sarà valutato il benessere dei ragazzi e se sia a quel punto possibile passare dalla separazione giudiziale a quella consensuale”.

“Avremo certezza che il progetto funzionerà– conclude Monica Lingua – se nei ragazzi rabbia, paura, solitudine, tristezza lasceranno posto al sollievo perché le liti, finalmente, sono finite”.

BRUNO ANDOLFATTO

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