La Tav riparte a Chiomonte, ma ci sono 32 milioni nel freezer
Stanno per ripartire in Valle di Susa, a Chiomonte, i lavori della Torino-Lione. Proprio oggi il Consiglio di Amministrazione di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi di gestire la nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, autorizza la firma del contratto per la realizzazione delle nicchie della galleria della Maddalena. Ad annunciarlo è il direttore di Telt, Mario Virano, intervenuto ieri, mercoledì 11 dicembre a margine della Conferenza Intergovernativa tornata a riunirsi a Torino dopo un anno. “Il cantiere di Chiomonte sta seguendo il calendario previsto dice Virano – I lavori del tunnel di base in Italia partiranno nel 2021”. Nella Conferenza Intergovernativa si è parlato anche della sicurezza nel vecchio tunnel del Frejus, con la possibilità di dimezzare il numero degli attuali passaggi. Oggi i convogli che vi transitano sono 91, dovrebbero ridursi a 45 per rispettare le nuove norme di sicurezza.
In Italia invece il Governo deve decidere se nominare il commissario che presiede l’Osservatorio della Torino Lione. Dopo la scadenza il 12 febbraio del mandato di Paolo Foietta la nomina è stata “congelata” e senza presidente l’Osservatorio non può operare. Restano così bloccati 32 dei 100 milioni di opere compensative in Val di Susa.
“Ho incontrato la ministra De Micheli durante la sua visita a Torino e mi ha incoraggiato ad andare avanti”, spiega Foietta, che rappresenta l’Italia nella conferenza intergovernativa sulla Torino-Lione.
È la prima volta, dopo lo stop imposto a suo tempo da Danilo Toninelli, che un ministro dei trasporti invita i rappresentanti italiani a proseguire nella realizzazione dell’opera. Foietta era stato anche recentemente al centro delle polemiche dei No Tav che contestavano la sua nomina. Ora il via libera esplicito de ministero dei Trasporti supera i dubbi.
Da registrare, poi, la mossa del presidente del Piemonte Alberto Cirio che ha annunciato l’intenzione di creare un Comitato di Pilotaggio della Torino-Lione per sopperire “all’inerzia del governo” che, non nominando il commissario di governo, tiene fermi i lavori dell’Osservatorio. Sulle opere d’accompagnamento non intendiamo aspettare oltre“.
BRUNO ANDOLFATTO