Cronaca

Canalis Pd: “Basta propaganda sulla pelle dei bambini”

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Monica Canalis: “Ci opporremo con tutte le nostre forze contro questo disegno di legge”

“Prima i bambini. Per questo ci opporremo con tutte le nostre forze al disegno di legge “allontanamento zero” predisposto dell’assessore regionale Caucino per modificare il sistema dell’affidamento dei minori. Un provvedimento che, già nel titolo, si presenta come un’aberrazione linguistica e culturale e che sta creando un clima di delegittimazione e di criminalizzazione degli operatori sociali e sanitari, dell’autorità giudiziaria e delle famiglie affidatarie. C’è un preciso obiettivo politico: la destra vuole smontare il modello piemontese dei servizi sociali e sanitari legati all’infanzia e alla famiglia, sostenendo la tesi che i legami di sangue sono di per sé garanzia di benessere per il minore”.

A dirlo è la consigliera regionale del Partito Democratico Monica Canalis.

L’assessore Caucino – aggiunge – sostiene che in Piemonte si allontani con troppa facilità, che si allontani per motivi economici, che ci sia un mercato degli affidi, che i fondi oggi destinati alle comunità residenziali debbano essere dirottati sulle famiglie di origine. Una battaglia identitaria e ideologica giocata sulla pelle dei minori e dei loro genitori e basata sulla manipolazione dei dati e sulla propaganda. A smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che, quotidianamente, sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica. Gli errori eventualmente commessi in altre parti del Paese non possono essere l’alibi per una strumentalizzazione che potrebbe distruggere in pochi mesi la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie in difficoltà, costruito in Piemonte in tanti anni”.

I minori presi in carico dai servizi sociali in Piemonte erano 60.068 al 31.12.2018. Di questi, quelli seguiti fuori dalla famiglia erano 2597 (1050 seguiti in comunità e 1547 in affidamento familiare), tra i quali 562 minori stranieri non accompagnati.

“Quindi – aggiunge Canalis – i minori effettivamente allontanati sono stati 2035, e sono una minima parte dei minori seguiti. La grande maggioranza viene seguita in famiglia”.

I motivi prevalenti dell’allontanamento sono l’incuria e la trascuratezza, la carenza educativa, i problemi sanitari dei genitori, dipendenze e disturbi psichiatrici. Inoltre, a livello nazionale i minori affidati che rientrano nella famiglia d’origine sono tra il 30 e 40%, il che dimostra che l’affidamento è una misura molto spesso temporanea.

In Italia esiste già una legge (la 184 del 1983) che tutela il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Non abbiamo bisogno di una legge regionale – afferma ancora Monica Canalis – In Piemonte non c’è stato nessun caso Bibbiano ma all’assessore Caucino non interessa mettere i servizi in condizione di lavorare meglio, bensì solo portare a casa uno scalpo politico. Le proposte dell’assessore Caucino hanno già sollevato coro di critiche da parte di università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, operatori professionali dei consorzi socioassistenziali. 33 docenti di tutta Italia, tra i quali molti pedagogisti, si sono mobilitati contro questo provvedimento. E il fatto che dei pedagogisti si oppongano alle decisioni di un Assessore ai bambini fa davvero pensare!”.

Questo ddl, inoltre è a saldo zero, non prevede nuovi fondi – conclude Monica Canalis – mentre occorrerebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto ai genitori e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. L’assessore Caucino mira a dirottare sulle famiglie d’origine le risorse oggi destinate alle comunità e alle famiglie affidatarie, senza considerare che in molti casi il distacco temporaneo del minore è necessario per proteggerlo da situazioni di grave degrado o addirittura di pericolo. Basta propaganda sulla pelle dei minori, servono risorse concrete”.

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