Cronaca

Venaus, cibi freschi e merendine al bando

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Pasti freschi a km zero e niente merendine confezionate alla mensa di Venaus. Solo cibi sani e “doc” per i bimbi della scuola. E’ il senso dell’appalto della mensa scolastica di Venaus, recentemente rivisto dall’amministrazione comunale. Non che prima le cose non funzionassero, precisano dal Palazzo Comunale. “ Quello che già era un servizio di buon livello secondo il modello “cucinato sul posto” è stato ulteriormente migliorato e potenziato con iniziative a carattere sperimentale”, spiega il sindaco Avernino Di Croce.

Non manca però chi fa notare che la ditta che si è aggiudicata l’appalto ha sede a Vicenza; e il km zero dove va a finire? “ Conosco questa obiezione – risponde il sindaco – ma proprio per fugare dubbi e perplessità dico che sì, la ditta vincitrice dell’appalto ha sede a Vicenza ma i pasti sono cucinati, come prevede la legge, sul posto, nella cucina adiacente al refettorio. I fornitori consegnano ogni giorno le materie prime – che sono sempre prodotti locali – per la preparazione del pranzo da servire nelle scuole dell’infanzia e della primaria. Insomma, i bambini mangiano come se avesse cucinato la loro mamma e poi non dimentichiamo che dal mese di aprile la scuola è in un nuovo plesso, funzionale e architettonicamente all’avanguardia”.

Tra le novità, la preferenza verso i prodotti freschi a scapito del cibo e delle merendine preconfezionate. “ Potrebbe sembrare un obiettivo banale ma non lo è affatto: per chi deve gestire gli ordini e somministrare centinaia di pasti ogni giorno, una novità del genere è tutt’altro che facile da attuare”,

precisa il sindaco. Un esempio per tutti? “Il budino pre-confezionato sarà sostituito con quello preparato la mattina stessa dalle cuoche, così da avere un alimento fresco e genuino, senza conservanti e additivi vari, con il vantaggio di eliminare la plastica delle singole confezioni”.

Seconda novità, lo “spuntino” di metà mattinata, che verrà somministrato dalla ditta incaricata; saranno così messe al bando le classiche merendine pre-confezionate portate da casa.

Ma non temete i mugugni e le lamentele di chi non condivide queste scelte? “ La nostra – dice Di Croce – è una scelta coraggiosa. Certo non possiamo proibire agli scolari di portarsi la merenda da casa; ma siamo convinti che la nostra sia una scelta valida dal punto di vista educativo e utile per far capire, ai ragazzi, fin da piccoli, l’importanza – non solo per la salute – di un cibo sano e genuino”.

Insomma, vale sempre il detto popolare “si è quel che si mangia”. Così, al posto della classica brioche infarcita di glutammati potrà esserci una squisita torta fatta al momento, o una macedonia di frutta fresca fresca.

Tutto questo si inserisce dice ancora il sindaco – in un progetto di educazione alimentare che diventa sempre più urgente da attuare e che, per fortuna, un po’per volta sta prendendo piede”. Obiettivo: “ Contrastare le resistenze, soprattutto da parte dei giovani, a seguire la dieta mediterranea e i cosiddetti cibi spazzatura, con risultati che nel lungo periodo incidono sulla salute dei ragazzi: basti pensare che in Italia la percentuale di adolescenti obesi è aumentata di quasi tre volte nel 2016 rispetto al 1975”.

BRUNO ANDOLFATTO

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