Patrizia Ferrarini, Ascom Susa: “Tristi ma non abbattuti, l’Hotel Napoleon guarda avanti”
E’ lunedì pomeriggio, 30 marzo, Patrizia Ferrarini è nel suo ufficio nell’Hotel Napoleon. La raggiungiamo al telefono “Sono qui, da sola. Apro il registro delle prenotazioni e non faccio altro che cancellerne. Le mail, le telefonate per disdire arrivano a getto continuo e riguardano turisti provenienti da varie parti del mondo che si sono appoggiati ai tour operator per essere ospitati da noi e visitare la valle di Susa”, dice sconsolata.
Da qualche tempo, l’Hotel più “in” di Susa si è riconvertito diventando punto di riferimento per i turisti che amano girare e apprezzare le bellezze della valle di Susa in bicicletta e in moto .Così i ciclisti possono depositare la loro preziosa bicicletta nel Garage BikersCafé e rilassarsi un po’ mentre i motocilisti hanno a disposizione un Garage BikersCafé per parcheggiare in tutta sicurezza la moto.
“Siamo diventati di fatto stagionali – spiega Ferrarini – e spariamo le nostre cartucce nell’arco di 6 mesi, da maggio a ottobre. Per cui la botta non l’abbiamo ancora sentita ma arriverà. Le cancellazioni stanno piovendo”. Ma la titolare del Napoleon non ci sta a farsi prendere dal pessimismo: “Dobbiamo guardare avanti, sperare senza crearsi troppe illusioni, visto che stiamo navigando a vista, e lavorare per il dopo epidemia”.
La speranza è che con l’estate, tra giugno e luglio, qualcosa si muova, l’emergenza (almeno per l’Italia) cessi e che si possa ricominciare a respirare. “Le ipotesi danno per probabile una ripresa del mercato turistico con il mese di agosto e per forza di cose, visto l’andamento dell’epidemia, dovremo scommettere sul mercato interno”, spiega Ferrarini. La speranza? “Che gli italiani seguano la linea del compra italiano, mangia italiano e viaggia italiano. L’arma strategica obbligata, anzi la nostra unica ancora di salvezza sarà un bel po’ di… autarchia. Dovremo scoprire un po’ tutti il Bel Paese, le sue risorse e le sue bellezze che non mancano di certo e che tutto il mondo ci invidia”. Tra queste, non è così scontato ricordarlo, c’è anche la Valle di Susa.
Segni di speranza non mancano. “Guardo i profili social dei nostri clienti abituali e apro le mail che ci inviano. Li vedo in garage che lustrano la moto o accarezzano la bicicletta e dicono di avere tanta voglia di uscire, di respirare aria pura. Speriamo che questo possa capitare presto”.
Ferrarini, poi, è anche presidente dell’Ascom di Susa. “Sono in contatto whatsapp con i presidenti dell’associazione della valle, soprattutto quelli dell’alta valle che, dal Coronavirus, hanno avuto una botta pazzesca. A proposito di questi decreti a raffica emanati dal Governo abbiamo tutti la stessa opinione. Non ne facciamo una questione politica ma sono confusi, vengono annunciati a ore impossibili (tra le 21 e 24), creano disorientamento, sembra manchi una linea chiara e definita. Così gli associati ci chiamano, chiedono lumi e i decreti veri e propri escono 3-4 giorni dopo l’annuncio. Questo costringe i nostri valorosi funzionari Ascom a tour de force faticosi per rispondere alle domande e, prima ancora, interpretare le norme uscite”. Un esempio per tutti? “Quello che è successo con il materiale di cancelleria per gli studenti. La Regione ci è arrivata un po’ tardi a sbloccare i punti vendita ma questo ha privilegiato la grande distribuzione e le cartolerie, come figli di un dio minore, sono rimaste al palo. Un’ingiustizia”. E i 600 euro? “Risolvono poco o niente. Non pagano neanche l’affitto di un locale commerciale e sono poco più di una mancia. Speriamo che il nuovo decreto che dovrebbe uscire ad aprile dia qualche risposta concreta in più. Altrimenti le piccole imprese commerciali saranno letteralmente strangolate dall’assenza di liquidità”.