Crisi e Covid: “Nessuno si salva da solo”
Torneranno in piazza Castello a Torino l’8 luglio i metalmeccanici di Fim Fiom e Uilm. Lo slogan: “Nessuno si salva da solo”.
Un concetto più che mai vero, soprattutto in tempi di pandemia da Covid 19. Un concetto al quale le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici non hanno mai smesso di credere, nonostante tutto e, a volte, contro tutto. Perchè, diciamolo, il lavoro da un po’ di tempo non è esattamente la priorità di chi governa e di chi fa politica. “E quando lo è stato, negli ultimi anni, – afferma Antonio Inserra della Fiom Cgil – sono stati guai seri, visto che si è provveduto a destrutturare diritti, ammortizzatori sociali senza uno straccio di politica industriale”.
In ogni caso l’iniziativa di Fim Fiom e Uilm è in continuità con la “vertenza Torino” lanciata in tempi non sospetti dalle organizzazioni sindacali, spinte e motivate dalla decrescita economica, dalla necessità di riformulare gli ammortizzatori sociali. di potenziare la filiera dell’automotive, di una seria politica infrastrutturale, di progetti seri di formazione e riqualificazione professionale, della necessità di portare a Torino e dintorni la produzione di nuovi modelli di automobili e di sviluppare il settore aerospaziale.
Non si tratta di massimi sistemi e lo sguardo di Inserra non perde di vista la situazione delle fabbriche della zona. Dalla Tekfor di Avigliana senza piano industriale e prospettive, alla Sogefi di Sant’Antonino (filtri auto motori … tradizionli nel settore automobilistico e veicoli industriali).
“Alla Sogefi sono rientrati quasi tutti al lavoro ma non ancora sull’impianto principale”.
Poi c’è l’Alcar di Vaie con le traversie giudiziarie della proprietà e una situazione non proprio ideale nello stabilimento di Vaie che occupa 160 persone. “Quasi tutti fanno ricorso alla Cassa Integrazione concessa per far fronte all’emergenza sanitaria”.
Insomma, per il momento si tira avanti ma la vera sfida sta per arrivare. “Il 18 agosto – spiega Inserra – decade il vincolo delle aziende a non licenziare per motivi … economici”. La domanda è: che cosa capiterà il 19? “Non possiamo dirlo, per questo chiediamo che il vincolo venga prorogato alla fine dell’anno. Ma nel frattempo il Governo deve darsi da fare, attuare misure concrete per il rilancio e il sostegno delle attività produttive”.Basta con le parole, quindi, e forse anche con qualche passerella di troppo. “Servono idee precise, fatti concrete, e iniziative”, dice Inserra.
Il tempo delle parole è finite. Servono fatti.
BRUNO ANDOLFATTO