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Il Governo: Sì alla Torino Lione, No al Commissario

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Torino-Lione? Prioritaria ma senza commissario, almeno per ora. La decisione è stata presa dal Governo che, dopo un sofferto Consiglio dei Ministri nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 luglio, ha varato il Decreto Semplificazione con la formula “ salvo intese” . Il decreto (non ancora pubblicato… in attesa di ulteriori accordi tra i partiti della maggioranza) comprende una lista delle opere prioritarie che il governo intende sbloccare. Non mancano però le critiche per la mancata nomina del commissario: “Non riusciamo a capirne i motivi – dichiara Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva -. La nomina sarebbe necessaria e urgente per garantire i lavori nei tempi previsti e la realizzazione delle opere accessorie nel territorio’.

Dopo Mario Virano e Paolo Foietta, non è previsto, ad oggi, l’arrivo di un altro “super decisore” così come non è chiaro se sia o meno prevista la riattivazione dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione.

Per Paolo Foietta, Commissario e presidente dell’Osservatorio fino all’avvento del Governo Conte-Di Maio-Salvini nel 2018, “ era ora che il nodo della Torino-Lione venisse affrontato” ma la mancata nomina di un Commissario “ è un fatto negativo, destinato a provocare ritardi’.

Foietta esprime le sue riserve, a partire da come è citata l’opera nell’elenco: “Torino-Lione, tunnel di base e adeguamento della linea storica”.

“Non so se sia stata una svista o una definizione frettolosa. Che cosa si intende per adeguamento della linea storica? Il lavoro dell’Osservatorio, arrivato al Quaderno n° 10, aveva messo in luce la necessità del passaggio sotto la collina morenica di Rivoli per consentire alla linea di arrivare allo scalo ferroviario di Orbassano, un nodo strategico della logistica. Rfi stava lavorando alla progettazione definitiva, poi è arrivato Toninelli e tutto è stato azzerato”.

La speranza di Foietta è che con la frase “adeguamento dellalineastorica s’intendano anche gli interventi necessari per le tratte di accesso. I due interventi non sono affatto sinonimi, soprattutto in assenza di un progetto definitivo che RFI aveva iniziato nel 2017 dopo la presa d’atto del Cipe ed ha sospeso dopo la mia decadenza nel febbraio 2019”.

Il problema, aggiunge Foietta è il seguente: “O tra Avigliana e Torino si fa la variante della collina morenica e si mette in linea Sito e lo scalo di Orbassano oppure la capacità della linea di accesso resterà la metà di quella di valico, lo scalo di Orbassano andrà a morire appeso al bivio Pronda non potendo gestire treni lunghi e pesanti, il traffico ferroviario si scaricherà nel centro di Grugliasco e Collegno dove la linea è già a pochi metri dalle case, il servizio ferroviario metropolitano (il traffico pendolari) sulla Val di Susa perderà treni in competizione con i treni merci. E in questa sciagurata ipotesi al Piemonte resterà solo la servitù di passaggio della linea ferroviaria che, a quel punto, sarà corretto definire Milano Lione”.

Un rischio che il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Marco Gabusi fanno presente al Premier Conte.

“Non vorremmo che la Torino-Lione diventasse la Milano-Lione. L’inserimento della Tav al primo posto delle dieci infrastrutture italiane prioritarie non può che farci piacere ma l’adeguamento della linea storica indicato non è affatto equiparabile all’adeguamento delle ’tratte di accesso’ previsto dal progetto. La realizzazione dell’opera, che è ormai irreversibile – scrivono Cirio e Gabusi – per noi significa anche dare seguito a 100 milioni di opere di accompagnamento, alle quali non vogliamo rinunciare. L’adeguamento della linea storica escluderebbe di fatto la connessione con lo scalo di Orbassano con conseguenze estremamente dannose in quanto non solo la capacità della linea di accesso resterebbe la metà di quella di valico, ma anche perché il territorio ne soffrirebbe in maniera importante”. “Lo scalo di Orbassano prosegue la lettera – risulterebbe tagliato fuori e andrebbe incontro a morte certa non potendo gestire treni lunghi e pesanti, mentre il traffico ferroviario si scaricherebbe nel centro delle cittadine di Grugliasco e Collegno dove la linea è già a pochi metri dalle case’, aggiunge rilevando che ’pesanti anche i contraccolpi per il servizio ferroviario metropolitano che utilizza la linea storica per il traffico pendolari da e per la Val di Susa. In estrema sintesi, al Piemonte resterebbe solo una sorta di ’servitù di passaggio’ di una delle più grandi opere infrastrutturali degli ultimi decenni. lizzazione dell’infrastruttura, ma anche delle opere di accompagnamento, fondamentali per il Piemonte”.

BRUNO ANDOLFATTO

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