Le elezioni e le foreste di grattacieli
Guido Bodrato, piemontese doc, classe 1933, è un attento osservatore della scena politica e della società italiana (e non solo) dopo esserne stato, per anni, uno dei protagonisti. Stretto collaboratore del Segretario Dc Benigno Zaccagnini, è stato ministro della Pubblica Istruzione e Ministro della Programmazione economica.
In questi giorni ha pubblicato una riflessione sui social a proposito delle imminenti elezioni regionali e comunali. La proponiamo.
Tra trenta giorni si voterà per alcune Regioni
Si discute molto di “governatori”, quasi mai del futuro di queste regioni.
La prossima primavera si sceglieranno i sindaci di molte città, tra queste anche di alcune città metropolitane.
Si discutono le alleanze necessarie per vincere, ma anche in questo caso, è secondario l’interesse per il futuro delle città.
Eppure questa riflessione dovrebbe essere al centro del confronto politico, anche per fare un primo bilancio dell’esperienza delle città metropolitane, della legge che ha modificato profondamente – senza migliorarla – l’organizzazione amministrativa e politica delle Province.
Un convegno mondiale sul futuro delle città, svolto nel 2019 a Matera, quell’anno Capitale europea della cultura, aveva evidenziato la necessità di passare, per chi è responsabile del futuro delle città, da una “visione corta” alla consapevolezza delle straordinarie trasformazioni che stanno avvenendo, specie per città caratterizzate da una più forte urbanizzazione.
Le “grandi tendenze” dicono che continuerà, nel mondo, il fenomeno della concentrazione della popolazione.
Oggi si contano 30 “megacity”, e Tokio, con quasi 40 milioni di abitanti è la città più grande. Tuttavia solo sei di questa megacity sono in società ad alto reddito (Londra, Parigi, NewYork..in coda alcune città italiane..); le altre in paesi in via di sviluppo. Ed in questi casi (Pechino, Nuova Dely,..lagos e Kinshasa..) la concentrazione demografica avviene con la gente che vive in condizioni disperate, in slum.
Ma ovunque è grande lo squilibrio tra centro e periferia
Questa tendenza demografica è destinata ad accentuarsi, anche perchè la spinta all’urbanesimo si sta caratterizzando per la convinzione degli economisti, che la competizione tra sistemi, crescente con la mondializzazione dei mercati, sarà sopratutto una competizione tra metropoli.
E questa convinzione sta spingendo i governi a concentrare le risorse finanziarie sulle metropoli. Anche la legge sulle aree metropolitane appare una risposta a questa filosofia; così come, ad un altro livello tecnico ed amministrativo, il privilegio dato alle linee ferroviarie veloci che interessano gli spostamenti tra grandi centri, rispetto a quelle secondarie, dei pendolari.
Si sottovalutano due questioni, che hanno un alto costo sociale, ma anche economico: quella della desertificazione di una parte sempre più vasta del territorio ( in Italia l’abbandono dei borghi alpini, delle colline e degli Appennini); quella della congestione che si aggrava nelle grandi concentrazioni, con l’impoverimento (anche in Italia) delle periferie metropolitane.
Per molto tempo si è ignorata l’opinione di che ritiene necessario correggere questa tendenza, ed è stata considerata “nostalgia” l’idea di ripopolare i borghi abbandonati, di riconsiderare la qualità della vita come un dato da rimettere al centro delle scelte politiche.
Tuttavia sono ormai molte le voci che levano, con nuovi argomenti, a sostegno di una strategia che punti alla “riabitazione” dell’Italia minore; si tratta di un paese che conta ancora il 20 per cento della popolazione, ma che sta invecchiando.
Non si tratta solo di un’operazione di giustizia retributiva, ma di dare una risposta resa urgente, ed anche possibile, dalla rivoluzione del web, che annulla le distanze, e dalla minaccia di un’epidemia che compisce con più violenza dove c’è concentrazione di attività e di popolazione.
Avranno ancora senso, nel futuro che è già cominciato, le foreste di grattaceli?
Non si tratta sono di una nuova declinazione della “politica verde” ma di un ripensamento che tocca molti capitoli della vita dell’uomo, dalla giovinezza alla vecchiaia, e le riflessioni culturali sulla città dell’uomo, con risvolti di grande interesse per il tema della competizione economica, de
Guido Bodrato