Moncenisio rinascerà grazie alle ex Casermette
MONCENISIO, piccolo paese dell’alta valle Cenischia, si trova a quasi 1.500 metri di altitudine e a poche centinaia di metri dal confine con la Francia. Per molti anni è stato in testa alla classifica dei comuni più piccoli d’Italia. Situato poco a valle dell’omonimo colle, Moncenisio per secoli è stato protagonista della storia europea, con il passaggio di eserciti e mercanti, di viandanti e pellegrini.
Da alcuni anni, il piccolo borgo sta conoscendo una nuova rinascita; sono state recuperate molte case e sono nate nuove attività economiche e ricettive capaci di attirare turisti e visitatori.
Allestito grazie al Centro Culturale Diocesano di Susa, nel cuore del paese c’è l’Ecomuseo “Le Terre al Confine”, che racconta le vicende e le trasformazioni del territorio in relazione alla grande storia del colle, le cui tracce materiali e fisiche (i tracciati della Via Francigena e della Strada Reale) sono visibili ancora oggi.
Da qualche tempo, il Comune guidato dal sindaco Mauro Carena, ha creato un gruppo di lavoro che, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione, vede la presenza di giovani professionisti locali e di un’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
L’obiettivo? Elaborare un processo di valorizzazione e rigenerazione per l’intero paese incentrato sull’area delle ex Casermette militari, collocate immediatamente a valle di Moncenisio, in un’area boscata prossima al torrente Cenischia, affacciata al Rocciamelone.
L’unità di ricerca del Politecnico vedrà la partecipazione del professor Antonio De Rossi, direttore dell’Istituto di Architettura Montana e coordinatore di diversi progetti di rigenerazione, tra cui quello di Ostana in valle Po.
La convenzione tra il Comune e il Politecnico verrà firmata a settembre. Del gruppo di lavoro fa parte il giovane architetto valsusino Edoardo Schiari – che ha svolto la tesi proprio sull’area delle Casermette -, che insieme ad altri giovani colleghi locali avrà il compito di elaborare le proposte al fine di candidare il complesso a finanziamenti europei, nazionali e regionali.
Il progetto – oltre a riscattare uno spazio che oggi costituisce un elemento di abbandono e degrado – prefigura una struttura dedicata in parte all’ospitalità turistica a sfondo green e soft, e in parte a servizio della comunità locale, con la realizzazione di un’area parco all’aperto per eventi e attività culturali e collettive.
Nella ex casermetta più grande, che un tempo ospitava le residenze dei militari, potrebbe invece essere realizzato un centro wellness e benessere aperto ai visitatori e alle popolazioni locali.
Nella ex casermetta di medie dimensioni, dove si trovavano le stalle, sono previste due unità abitative, a servizio della ricettività turistica e dei percorsi di reinsediamento nel paese.
Questi due interventi saranno i primi ad essere realizzati.
A fianco del recupero delle strutture oggi in disuso, si immagina poi la costruzione di altre unità abitative, simili a quelle preesistenti ma realizzate in legno con caratteristiche ecosostenibili. In tutto il progetto prevede circa otto-dieci unità abitative, con vista sul Rocciamelone.
Per il vitto degli ospiti il Comune immagina un convenzionamento con le strutture ricettive già esistenti in paese. E’ prevista inoltre una piccola stalla per cavalli e asini per sviluppare il progetto di valorizzazione turistica dei paesaggi storici di attraversamento slow del colle di cui si parla da anni, e che ha già trovato attuazione in altri importanti passi alpini europei.
Per il sindaco Mauro Carena “una struttura di questo genere, molto ambiziosa per una realtà piccola come la nostra, rappresenterà un elemento di forte novità non solo per Moncenisio e la val Cenischia, ma per le Alpi occidentali. Per la prima volta si metterà a punto un progetto che non crea un ‘recinto’ isolato rispetto al territorio locale, ma funzionale al allo sviluppo turistico e ai bisogni della comunità del paese. Un progetto per la rinascita della montagna che genererà nuovi posti di lavoro locali, messo a punto dal Comune con il Politecnico di Torino e le giovani realtà professionali del territorio“.
Un progetto che incontra il sostegno dell’Uncem perchè, sostiene il presidente Marco Bussone, “va nella direzione che ribadiamo da tempo. Non più insediamenti turistici monofunzionali, ma strutture capaci di coniugare welfare per la comunità locale e sviluppo economico sostenibile e green. Il tutto sostenuto da una realtà di valore internazionale come l’Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino con cui collaboriamo da tempo, e con il forte coinvolgimento di giovani professionisti del territorio. E questa la nuova via di sviluppo per la montagna”.