L’estate della Tav, tra cantieri aperti e passi da fare
E’ un articolo del Sole 24 Ore a firma Filomena Greco a raccontare “L’estate di lavoro intorno alla Torino Lione” e a informare come ad oggi “siano 35 le imprese impegnate con quasi 700 addetti perlopiù sul versante francese”. E in Italia? Qualcosa si muove anche a Chiomonte con le operazioni preliminari all’ampliamento del cantiere in vista dei futuri lavori per il nuovo svincolo autostradale e le procedure di esproprio definitivo dei terreni a ridosso del tunnel della Maddalena, circa 2,2 ettari per un totale di 40 proprietari coinvolti, tra cui anche esponenti del movimento No Tav.
Ad oggi sono sei le imprese impegnate a Chiomonte per un totale di una quarantina di addetti. Un numero che, a cantiere in pieno regime, salirà a 400 persone. E’ la variante al progetto approvata dal Cipe nel 2018 ad aver stabilito che lo scavo del tunnel di base (la tratta internazionale in tutto costerà 8,6 miliardi euro) prenderà il via proprio dalla Maddalena.
Il progetto definitivo è in fase di approvazione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in attesa dell’ok definitivo. Già all’inizio dell’estate il direttore di Telt, Mario Virano, aveva sollevato una serie di preoccupazioni su possibili ritardi nell’iter autorizzativo dei lavori e sulla variabile rappresentata dai tempi di approvazione definitiva dei progetti in sede ministeriale. A maggior ragione a fronte dei cinque cantieri attivi su territorio francese, dove in particolare si sta continuando a scavare – con metodo tradizionale, dopo l’utilizzo della fresa per i primi 9 chilometri – a Saint Martin La Porte. Intanto nel primo semestre 2020 Telt ha affidato lavori per quasi 300 milioni di euro a una trentina di imprese per lavori propedeutici allo scavo del megatunnel; il più rilevante (220 milioni di euro) è l’appalto da 220 milioni per i pozzi di ventilazione del tunnel sul lato Francia, ad Avrieux. Nella lista dei lavori già assegnati ci sono le nicchie di interscambio a Chiomonte (40 milioni), i monitoraggi ambientali dei cantieri italiani (16,3 milioni), la direzione lavori per la valorizzazione dei materiali di scavo
(8,5 milioni), il coordinamento delle attività per la sicurezza degli addetti sui cantieri in fase di progettazione (7,8 milioni), accanto ai 5,4 milioni impegnati per la protezione dei cantieri italiani. Questo mentre per il tunnel di base sono in corso le procedure di gara sul versante francese (2,3 miliardi) e su quella italiana (un miliardo). Tra le opere complementari previste c’è poi il nuovo svincolo autostradale sulla A32 all’altezza di Chiomonte e lo spostamento dell’autoporto dall’attuale da Susa (nell’area Sitaf che dovrebbe vedere il passaggio della linea e (forse) la Stazione Internazionale) a San Didero. Da definire poi la questione dello stoccaggio dello smarino, il materiale di scavo estratto dalla montagna che dovrà essere trasportato e riutilizzato. A Torrazza, provincia di Torino, sarà utilizzato una parte del materiale per riqualificare una vecchia cava. A Salbertrand invece sarà realizzata, su un’area complessiva di 110mila metri quadri, la fabbrica dei conci che saranno poi utilizzati per realizzare le pareti della futura galleria da 57 chilometri tra Italia e Francia. A Salbertrand rimane aperta la questione del sito, su cui anche la Procura ha puntato l’attenzione aprendo un’inchiesta, su cui sorge una discarica di amianto. La delibera Cipe prevede che Telt possa agire “in danno” nel caso i proprietari dell’area – tra cui anche Itinera del Gruppo Gavio – non si facciano carico delle bonifiche. Da parte sua, il Gruppo Gavio (che di recente ha acquisito la maggioranza delle azioni Sitaf) ha comunicato che su una parte dei terreni gli interventi di bonifica sono in corso da giugno e si concluderanno tra la fine 2020 e l’inizio 2021. Sulla parte rimanente, Telt ha “mappato” i materiali presenti in vista di rimozioni o bonifiche. Per risolvere la questione c’è tempo fino al 2023, data prevista per l’avvio della “fabbrica”. Qui,secondo le stime, dovrebbe arrivare circa il 60% da Chiomonte. Sempre per lo smarino, oltre a Torrazza, l’altra sede individuata è la cava di Caprie dove però, da tempo, il sindaco fa presente che il sito è ormai bonificato. “Abbiamo altri progetti su quell’area – dice il primo cittadino Andrea Torasso -. La nostra idea è di destinarla ad ospitare un’area artigianale”.
Bruno Andolfatto