La domenica del No o del Sì: urne aperte sul taglio dei parlamentari.
L’opinione (e il voto) di Osvaldo Napoli, Elvio Fassone, Luigi Massa, Marco Scibona
Diciamolo: quello in programma il 20 e 21 settembre non è esattamente un referendum (per quanto “costituzionale”) capace di appassionare le menti e i cuori degli elettori.
Sembrano lontani anni luce i tempi del 4 dicembre 2016 quando una consultazione popolare su una riforma costituzionale piuttosto complessa si trasformò in un derby pro o contro l’allora premier Matteo Renzi.
Altro clima, altri tempi, anche se non sono ancora passati 4 anni.
La domanda che viene posta oggi all’elettorato e immediata: siete d’accordo a tagliare il numero dei parlamentari?
Proviamo a girare la domanda a chi il Parlamento l’ha vissuto dal “di dentro” per un certo numero di anni.
OSVALDO NAPOLI: “LA LEGGE CHE RIDUCE I PARLAMENTARI È ESPRESSIONE DEL POPULISMO DEI CINQUE STELLE
Anzi, qualcuno a dire il vero lo frequenta ancora, da deputato. E’ Osvaldo Napoli, parlamentare di Forza Italia. La prima volta che approdò a Montecitorio fu nel 2001. Si votava ancora col sistema unonominale (Collegio Susa-Giaveno) e bisognava andare a caccia di voti anche nei mercati. Napoli quei tempi se li ricorda bene: “Per essere eletto e poi per fare bene il parlamentare dovevi avere un rapporto solido e costante col territorio, con le amministrazioni locali e anche con la gente. Il rapporto era diretto, venivi elogiato o criticato apertam ente”. Adesso invece? “La legge che riduce il numero dei parlamentari è espressione del populismo dei 5 Stelle. Più di quello non sanno fare”.
Ma cosa succede se passa il Sì al taglio dei parlamentari? “Che molti territori non troveranno più rappresentanza in Parlamento, e tutto questo solo per risparmiare l’equivalente di un caffè al giorno per cittadino. Ma è solo l’ultimo provvedimento populista dopo i taglio dei vitalizi, il taglio della bouvette di Montecitorio e del… barbiere dei parlamentari”.
Insomma, Napoli è per il No e non lo manda a dire nemmeno al suo partito che, in sede di voto si è espresso per il taglio. “Ma mi pare che anche Berlusconi ci stia ripensando…”
ELVIO FASSONE: “IL REFERENDUM È L’ULTIMO TRENO PER SUPERARE IL BICAMERALISMO”
Chi invece é per il Sì è Elvio Fassone, già magistrato della Cassazione, presidente della Corte di Assise e per due mandati Senatore: “Non possiamo ragionare su temi come questi, di rilievo Costituzionale, guardando alla “convenienza politica”, pensando di mandare a casa un governo o di punire un partito. Bisogna guardare oltre..”.
Venendo al merito, c’è chi dice che il Parlamento, con la riduzione dei parlamentari, rischia di essere offeso e delegittimato: “Il punto è che le offese nei confronti del Parlamento vanno avanti ormai da 30 anni, con la spogliazione continua della sua potestà legislativa e con Governi di ogni orientamento che ricorrono in modo massiccio e continuo ai Decreti Legge.
E che, quando questi non sono ratificati dal voto del Parlamento, vengono riproposti tali e quali senza battere ciglio”.
Com’è ovvio, Fassone non si riferisce all’attuale momento, segnato dal Coronavirus: “Trattandosi di salute pubblica la Decretazione d’urgenza qui è giustificata”.
Ma perchè votare Sì? “Perchè al netto delle posizioni opportuniste, il Sì può dare il via a una seria riforma e al superamento del bicameralismo simmetrico e paritario tra Camera e Senato”.
E se vincesse il no? “Dopo i fallimenti delle bicamerali e il no al referendum del 2016, con un altro voto negativo non ci sarà più nessun leader, nessuna forza politica che sarà disposta a sobbarcarsi l’onere di una riforma Costituzionale”. Insomma, per Fassone, si tratta dell’ultimo treno da non perdere per le riforme..
LUIGI MASSA: “QUESTA RIFORMA È COME UNA PEZZA MESSA IN BELLA VISTA SU UN VESTITO DA FESTA”
Tra gli ex parlamentari c’è poi Luigi Massa, “vecchio” esponente dei Ds, eletto alla Camera nel 1996.
”Voterò No – spiega – perchè la Costituzione è un impianto delicato.
Una norma regge l’altra. come una strada a cubetti di porfido. Se ne salta uno e metti un cubetto di forma diversa, dopo un po’ ti salta tutta la strada”.
Per Massa, “bisognava rivedere tutto, come nella riforma respinta nel 2016. Questa invece è come una pezza messa in bella vista sul vestito da festa”.
E poi, aggiunge, “quando si decise di avere quel numero di parlamentari lo si fece per garantire la rappresentanza adeguata a tutti i territori. Dopo aree marginali del Paese, le zone montane ad esempio, non avranno più rappresentanti“.
Un concetto di rappresentatività già mutilato con l’abolizione dei collegi unonominali: “ Quando scrivemmo le norme per le olimpiadi, passai giornate a battagliare per ottenere i soldi per i tunnel dei laghi di Avigliana. Altri colleghi della mia stessa maggioranza volevano dirottarli altrove.
Il mio capogruppo disse, lascia perdere, ci serve per compattare la coalizione. Mi impuntai, grazie al fatto che ero stato eletto in un collegio uninominale. Fossi stato “scelto” dal vertice politico avrei dovuto chinare il capo. E invece i tunnel ora li abbiamo”.
E poi, aggiunge Massa, “se sei del posto la gente ti conosce. Sa dove abiti. Può venire a suonarti il campanello. Ti giudica ogni giorno, come fa con il proprio sindaco”.
MARCO SCIBONA: “IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È PERICOLOSO PER LA DEMOCRAZIA”
Poi c’è l’ex senatore dei 5Stelle Marco Scibona, valsusino: “Da un po’ di tempo ho lasciato il Movimento e voterò No”. Come mai? “Per coerenza. Eravamo contro la riforma proposta da Renzi non vedo perchè dovrei essere a favore di questa”.
Ma lei non vuole tagliare i costi della politica? “I costi della politica sono altri risponde Scibona – e i 5Stelle in passato li hanno sempre combattuti. Qui in ballo c’è ben altro ed è la riduzione della rappresentatività parlamentare e quindi della democrazia. Meglio sarebbe stato tenere inalterato il loro numero e, semmai, diminuire stipendi e privilegi. Il nostro compito di cittadini non è quello di battagliare per diminuire i parlamentari ma per fare loro le pulci, controllarli”.
E poi bisogna migliorare quantità e qualità dei lavori parlamentari: “Basta con tutti questi Decreti, basta con i Decreti Omnibus che dentro contengono tutto e il contrario di tutto. Facciamo leggi precise, chiare, che affrontino ciascuna un problema”.
E comunque questo referendum ha un retropensiero che proprio non mi piace: “Riduciamo i parlamentari di qualche centinaio?
E allora perchè non arriviamo a soli dieci parlamentari? Da qui alla dittatura il passo è breve. Io voterò No e lo farò proprio per difendere la democrazia”
Bruno Andolfatto