Politica

Avernino Di Croce, il sindaco defenestrato vince e si riprende il Municipio di Venaus

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VENAUS. Avernino Di Croce, dopo essere stato spodestato dallo scranno di primo cittadino nel luglio scorso, torna in fascia tricolore dopo le elezioni di domenica 20 e lunedì 21. E lo fa distanziando di parecchie lunghezze il concorrente, Erwin Durbiano, già “suo” vicesindaco nella brevissima legislatura iniziata nella primavera del 2019 e precocemente interrotta alla fine di luglio con le dimissioni in blocco di sette consiglieri comunali.

Il responso delle urne non lascia spazio a dubbi: 377 voti per Di Croce (pari al 61%) contro i 239 di Durbiano (39%).

Un divario che si è rivelato fin dalle prime schede e che si è via via allargato. Su un lato del seggio, Di Croce conteggiava voto dopo voto ma solo alla 325° scheda si è lasciato andare in un sonoro “ Evvai!”; mentre un deluso Erwin Durbiano preferiva uscire dalla sala e lasciare al cronista il suo commento: “La vittoria di Avernino Di Croce? Un atto aulesionista per Venaus. Gli elettori hanno deciso di non investire su un giovane del paese che aveva voglia di lavorare per la comunità”. E perchè è andata così? “Il rancore e le questioni personali hanno pesato molto sul voto. Il punto è che il paese ha perso un’occasione visto che la nostra squadra aveva una visione sul futuro. Però i venausini hanno scelto diversamente, forse dimenticando che qui non si votava su quello che è successo a luglio ma sui progetti da attuare per i prossimi 5 anni”.

Reso l’onore delle armi agli sconfitti, ecco il vincitore. “I cittadini di Venaus – afferma Avernino Di Croce – hanno capito che si può fare politica in maniera diversa, coinvolgendo di più le persone, facendole contare non solo al momento del voto ma per tutto il periodo del mandato”. Proprio sul coinvolgimento del suo cittadino, Di Croce vuol giocare le sue carte: “Avvieremo le consulte, ripristineremo le commissioni consiliari, sentiremo i cittadini sui grandi temi, sulle opere pubbliche, sulle scelte che comportano forti impegni di spesa”.

Per il resto, aggiunge Di Croce, “ho notato con rammarico la divisione del paese ma siamo riusciti a far capire che la nostra lista non è nata come rivalsa nei confronti di un’operazione poco credibile e poco chiara ma per voler dare un esempio diverso di amministrazione e di partecipazione democratica”.

E adesso? “C’è da rimettere all’onore del mondo questo paese; prima di pensare a grandi opere dovremo sistemare la segnaletica, pulire i canali e i sentieri boschivi. Ma c’è anche da far rinascere la voglia di partecipazione e di fare politica tra la gente. In questo senso cercheremo di dare un segnale già nei primi 100 giorni di amministrazione, dando chiari segnalil di cambiamento”.

La giunta è già pronta?

“Qualche idea ce l’ho ma prima ne parlerò in una riunione con tutti i candidati. Decideremo insieme”.

Rapporti con la minoranza?

“Massimo rispetto del loro ruolo di controllo sull’operato del sindaco e della Giunta. Questo è il loro compito istituzionale. Se poi vorranno fare campagna elettorale lungo tutti i cinque anni del mandato si tireranno la zappa sui piedi”.

Bruno Andolfatto

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