Tav

Cinque milioni di euro per difendere il cantiere dell’autoporto di San Didero

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PREVISTE RECINZIONI PERIMETRALI COMPLETE DI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA


SAN DIDERO potrebbe diventare il nuovo epicentro dell’ormai trentennale battaglia degli oppositori della Tav in Val di Susa. Un po’ come accadeva nel Far West, il passaggio del treno (veloce) continua a suscitare sentimenti e risentimenti, ad accendere gli animi e a si spostarsi da un avamposto all’altro.

Fino all’estate scorsa, l’attenzione del popolo No Tav era concentrata sul cantiere della Maddalena. Da qualche giorno il mirino della protesta si è spostato sull,o spostamento dell’autoporto dall’area Sitaf di Susa-Traduerivi a San Didero nella zona tra l’autostrada e la statale 25.

Terreni già noti alle cronache di inizio anni ’80; proprio qui, infatti sarebbe dovuto sorgere un autoporto a servizio dell’autostrada. I lavori iniziarono, vennero costruiti gli scheletri di cemento degli edifici (ancora in piedi) poi abbandonati al degrado per privilegiare l’autoporto di Susa.

Solo che – e questa è cronaca ormai di qualche anno fa – proprio lì, a Susa-Traduerivi, l’autoporto e la pista di guida sicura dovranno lasciare spazio ai binari della Torino-Lione e ad alcune importanti strutture a servizio della linea come, tanto per fare un esempio, la Stazione Internazionale di Susa.

Di qui la decisione: spostare l’autoporto a San Didero e la pista di guida sicura a Ferriera di Buttigliera Alta.

Il progetto esecutivo della Sitaf per lo spostamento dell’autoporto è datato 2016; il bando di gara è di febbraio 2020 e, forse già entro la fine dell’anno, potrebbero prendere il via i lavori.

Ma si sa; in Valle, soprattutto nella bassa, il solo evocare l’espressione “cantiere Tav” basta per accendere la tensione. Cosa che, puntualmente, sta capitando.

A infuocare gli animi, in questi giorni, sono le opere di sicurezza decise da Telt per evitare che nella piana di San Didero vengano replicati film già visti a Chiomonte .

Il bando di gara, pubblicato da Telt il 6 ottobre, prevede “attività preliminari, di protezione e di mantenimento dei cantieri Telt e il supporto logistico alle forze dell’ordine per la realizzazione dell’autoporto di San Dide ro”. La spesa (massima) prevista è di 5 milioni e 340 mila euro, Iva esclusa.

Negli ambienti vicini ai No Tav c’è chi ha definito l’opera un “fortino”. Ma – replicano fonti vicine a Telt – bisogna tenere d’occhio l’area, evitare spiacevoli incidenti, incursioni e assalti delle frange meno “dialoganti” del fronte che si oppone alla Tav. Questi i lavori: realizzazione delle recinzioni perimetrali complete di impianti di videsorveglianza, illuminazione e antincendio, strada di controllo; e poi lavori vari,operecivili,manutenzione di impianti e apparecchiature interne ed esterne al cantiere a supporto delle forze dell’ordine.

Fin troppo facile pergli oppositori prendersela con i costi elevati dell’intervento.
Alberto Poggio (tecnico della Commissione dell’Unione Montana) nel corso di un incontro informativo che si è svolto ad Almese ha detto che “5 milioni di euro per difendere il cantiere danno l’idea di cosa voglia dire costruire grandi opere senza il consenso della popolazione che vive sul territorio”. E c’è chi non esclude che l’annuale manifestazione No Tav dell’8 dicembre, a 15 anni precisi dagli eventi di Venaus del 2005,possa svolgersi proprio in quel di San Didero.
La consigliera regionale pentastellata Francesca Frediani rincara: “Questo bunker non destinato alle forze dell’ordine non viene edificato in Iraq, in Afganisthan o in Cecenia ma in Valle di Susa e mi chiedo come potranno giustificarla gli esponenti della lobby Tav di fronte alla pandemia in corso”.

Fonti vicine a Telt replicano citando uno studio della Bocconi di Milano, curato da Lanfranco Senn, che calcola quasi 36 milioni spesi dal 2011 al 2014 su personale, indennità, mezzi, pasti, pernottamenti, scorte, investigazioni e processi. Cifra che sale nei 5 anni successivi (2019) a 90 milioni. Poi ci sono i costi sostenuti da Telt per: recinzioni in muratura, control-room, sale operative. La stima totale per forze dell’ordine dal 2011 al 2019 è di 130 milioni di euro. Che è un po’ come dire: se il clima fosse più tranquillo questi costi non ci sarebbero. Ma dipende sempre dai punti di vista.

LA SENTENZA. Il Tar boccia il ricorso del Comune di San Didero

Il Tar del Piemonte ha respinto l’istanza cautelare presentata dal Comune di San Didero per ottenere la sospensione degli effetti della determina con cui la Regione Piemonte ha autorizzato la concessione/alienazione a TELT delle aree comunali soggette a uso civico necessarie per la rilocalizzazione dell’autoporto di Susa da parte di Sitaf.

Nell’ordinanza con cui respinge il ricorso, il tribunale amministrativo sottolinea la correttezza del provvedimento regionale richiamando la delibera con cui il Cipe nel 2015 ha approvato il progetto definitivo della linea Torino-Lione in cui è inserito l’intervento. In aggiunta i giudici rilevano che “nella comparazione degli interessi in gioco, appare prevalente quello all’esecuzione dell’opera pubblica di cui si controverte (tenendo anche conto che l’area di cui si discute è attualmente occupata in larga misura da un parcheggio)”.

Il nuovo autoporto sorgerà tra la A32 e la S.S. 25 del “Moncenisio” a cavallo dei Comuni di San Didero e Bruzolo, in Val di Susa. Il nuovo insediamento comprenderà: un’area destinata a Truck Station, un parcheggio per i mezzi pesanti, un’area di servizio e un nuovo

posto di controllo centralizzato (PCC). Il collegamento con la Statale25 sarà realizzato attraverso una nuova rotonda mentre l’accesso dall’A32 sarà garantito tramite la realizzazione di due rampe di immissione e uscita a scavalco dell’autostrada.

Il comune aveva presentato ricorso nel febbraio di quest’anno, dopo che la la direzione della giunta regionale del Piemonte aveva dato l’ok alla scelta di “sdemanializzare ” l’area, rimuovendo l’ostacolo degli usi civici di alcune aree e dando così via libera al trasferimento dell’autoporto a San Didero.

Nell’ottobre 2017 l’allora sindaca Loredana Bellone, aveva provato a calare la carta degli usi civici. L’area demaniale sosteneva la sindaca “é utile ai cittadini di San Didero perché qui c’è un parcheggio, un punto per la vendita di frutta e verdura e un punto informativo”.

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