cronaca

Condove, la prima pietra della “Rodari” è una “capsula del tempo”

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CONDOVE Non è una “prima pietra” qualunque quella posata venerdì 23 ottobre, in una brumosa mattina d’autunno, sul cantiere dove sorgerà la nuova Scuola dell’Infanzia Arcobaleno Rodari. Proprio il clima alquanto plumbeo restituiva il dispiacere per una cerimonia “per festeggiare l’avvio ufficiale dei lavori” che, ha detto il sindaco Jacopo Suppo, “immaginavamo un po’ diversa”.

Ma il periodo è quello che è, l’onda dei contagi Covid ha ripreso a salire e le precauzioni non sono mai troppe. Così mancavano i bambini, erano presenti solo alcune maestre, gli amministratori comunali (l’assessora Giorgia Allais, la vicesindaca Chiara Bonavero e la ex prima cittadina Emanuela Sarti), sindaci e assessori dei paesi vicini, i progettisti e i responsabili della ditta costruttrice.

“E’ un peccato non aver potuto trasformare questa giornata in una bella festa popolare e di comunità”, ha aggiunto Suppo. Tristezza superata, però, dalla soddisfazione di aver potuto dare il via alla costruzione del nuovo edificio che conserverà il suo nome che unisce l’arcobaleno (simbolo di pace e anche di tempo sereno dopo la bufera) a quello di Gianni Rodari, nato esattamente 100 anni fa, il 23 ottobre 1920 a Omegna. Suppo lo ha ricordato come “scrittore, pedagogista, poeta, giornalista, partigiano, politico, autore di storie fantastiche, di filastrocche ma soprattutto portatore di messaggi di pace, fratellanza, amicizia che devono essere i valori, le pietre angolari di tutte le scuole”.

Nel mese di luglio quando la vecchia scuola è stata demolita, “abbiamo visto l’emozione che ha attraversato la gente di Condove; tanti genitori sui social, hanno postato foto loro e dei figli in questa scuola e poi i video del vecchio edificio durante la demolizione”. Un sentimento diffuso di nostalgia “si è poi trasformato in voglia di riscatto, in desiderio di vedere presto realizzata una nuova scuola fruibile, sicura, al passo coi tempi”.

Di più. Proprio in questo periodo, triste, denso di preoccupazione e di inquietudine, “la posa della prima pietra è un modo di alzare lo sguardo verso il futuro, di proiettarci al momento in cui la scuola sarà completata; un tempo nel quale, speriamo, le negatività odierne saranno alle nostre spalle”. Un messaggio di speranza quindi, “consapevoli che in questo luogo i condovesi di domani muoveranno i primi passi nel mondo, impareranno a essere autonomi, a fare comunità, a rispettare e condividere le regole, a riconoscersi come cittadini eguali tra di loro”.

Ed è questa la novità della cerimonia. Più che una prima pietra, un cubo di cemento dentro il quale è stata riposta la “capsula del tempo ”, contenente i disegni, gli scritti dei bimbi, le foto della scuola, dei genitori, delle maestre, dei piccoli allievi e poi il discorso ufficiale del sindaco, una chiavetta usb con le registrazioni vocali dei pensieri dei bimbi, le prime pagine dei quotidiani gli articoli dei giornali locali dedicati alla nuova scuola e all’inaugurazione e infine l’oggetto simbolo di questi giorni: una mascherina. Nel cubo altri involucri contenenti i lavoretti realizzati dai bimbi della Rodari.

Il “cubo” con la capsula è quindi stato sigillato dal sindaco e interrato in quello che sarà l’ingresso della scuola su cui verrà apposta una targa con la scritta: “Qui in profondità giace la capsula del tempo, sigillata e consegnata al futuro in occasione della posa della prima pietra della scuola dell’infanzia Rodari. Che sia indistruttibile custode del mondo di oggi e perenne testimonianza per la Condove di domani”.

Bruno Andolfatto

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