CronacaLavoro

Vaie, strano furto all’Alcar, rubati diversi macchinari

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VAIE Sei saldatrici, due idropulitrici, cavi in rame, danni agli impianti. E’ il bilancio del furto commesso da ignoti ladri-vandali lo scorso week end ai danni dell’Alcar di Vaie, la fabbrica al centro delle cronache sindacali di queste ultime settimane.

Un fatto dai contorni misteriosi e ambigui che non aiuta certo il difficile cammino dell’azienda verso la ripresa dell’attività produttiva. Al primo sopralluogo, i carabinieri giunti dalla Stazione di Borgone non hanno notato segni di effrazione; inoltre gli autori del furto non potevano non disporre di attrezzature e mezzi per poter trasportare la refurtiva piuttosto… ingombrante. Ad accorgersi del furto, la mattina di lunedì 26 ottobre, sono stati gli stessi lavoratori che, entrando nello stabilimento, si sono accorti della sgradita visita, del furto delle diverse attrezzature e degli ingenti danni agli impianti produttivi.

Dal sindacato si fa notare che si tratti di “un ulteriore colpo alla già difficile e complicata situazione industriale che le organizzazioni sindacali stanno cercando di affrontare con quel che resta della dirigenza aziendale e con le istituzioni a vari livelli”.

Per Antonino Inserra, della Fiom Cgil, si tratta di “ un atto molto grave. Ci domandiamo a chi possa giovare aggravare la già complicata situazione aziendale. Auspichiamo che le forze dell’ordine individuino rapidamente i responsabili e recuperino il materiale sottratto e, insieme, che questi fatti non pregiudichino il faticoso percorso per salvare l’azienda e i posti di lavoro a rischio”.

Intanto Rsu e sindacati dell’Alcar di Vaie sono in attesa di un altro incontro con il Prefetto dopo la novità di mercoledì scorso giunta da Lecce (dove ha sede l’Alcar e dove si trova l’altro stabilimento che occupa circa 300 dipendenti)

che assicurerebbe continuità produttiva all’azienda. Commissari e Presidente della Sezione Commerciale del Tribunale di Lecce, durante un incontro con il Prefetto pugliese avrebbero sostenuto che il tetto di spesa mensile di 10 mila euro a fornitore imposto ad Alcar sarebbe una cattiva interpretazione da parte dell’impresa dell’ordinanza del Tribunale e una conseguente cattiva comunicazione “viziata” dal fraintendimento.

La sfida a questo punto è tenere in vita gli stabilimenti (a Vaie attualmente sono operative poche decine di lavoratori su un totale di circa 150 dipendenti), evitare lo spettro del fallimento e fare in modo che la Alcar abbia, al più presto, sia rilevata da un nuovo soggetto imprenditoriale che dia garanzie di affidabilità e capacità.

Bruno Andolfatto

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