Noi, l’America, Trump e Biden
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Due valsusini raccontano il voto in America.
SUSANNA DONATELLI
Susanna Donatelli vive ad Almese ed è docente di informatica all’Università di Torino. Per lei attraversare l’oceano e approdare nel nuovo continente èunaconsuetudine:“ Avevo 25 anni quando ho trascorso un lungo periodo in Massachusset per un master universitario”.
Da allora i viaggi negli States sono stati frequenti; per lavoro (l’ultima volta nel 2017) ma anche per periodi di vacanza con la famiglia. “ Le elezioni? Difficile trasmettere i pensieri e le sensazioni dei miei colleghi oltreoceano, anche perché molti di loro arrivano da altre zone del mondo. Poi sì, ci sono anche americani di seconda generazione ma è difficile strappare loro un giudizio. Diciamo che da quelle parti parlare di politica non è una consuetudine come da noi”. Una cosa da dire però c’è. “ Ed è l’irritazione che, in occasione del mio ultimo viaggiodilavorinel2017,honotato tra i colleghi americani nei confronti di Trump”. Il motivo? “ Il forte rallentamento nella concessione dei visti per gli studenti provenienti da altri Paesi. Si aveva la sensazione che l’Amministrazione Trump non fosse esattamente estranea a questo trend, forse con l’intento di privilegiare gli studenti statunitensi. Per il resto non si andava oltre qualche battuta ai colleghi americani da parte qualche docente europeo che prendeva di mira un personaggio sopra le righe come Trump; un po’ come accadeva anni fa a noi italiani con Berlusconi… Ma non si andava oltre la battuta scherzosa”.
Una valutazione di questo voto? “ Difficile da dare; gli Usa sono un Paese grande, complesso, variegato.
Certo, gli americani hanno solidi principi sulla democrazia, la libertà, la difesa dellaCostituzione.Sec’èunacosa che mi lascia perplessa è la constatazione che Trump ha comunque avuto tantissimi voti”.
RICCARDO CROCE
Per Riccardo Croce, santantoninese, l’America non è certo un mistero. “ La mia prima esperienza? Un anno vissuto in un piccolo centro a pochi km da Pitssburgh, in Pennsylvania dopo aver vinto una borsa di studio al termine della Scuola Allievi Fiat. Esperienza indimenticabile”.
Proseguita poi negli anni con tanti viaggi di lavoro in giro per l’Europa, l’America e il mondo grazie ai ruoli manageriali ricoperti in varie aziende cheoperanonelsettoredell’energia e dell’illuminazione. Tra le imprese cui ha partecipato, le colonne di luce su Ground Zero, a New York; due fasci di luce alti come le Torre Gemelle tirate giù dai terroristi l’11 settembre 2001. Poi ci sono gli amici, in particolare due, uno a Pittssburgh e l’altro a Philadelfia. E chi hanno votato alle elezioni? “ Sorpresa: sono entrambi fans di Trump. E per questo, nelle nostre conversazioni, parliamo di tutto tranne che di politica altrimenti litighiamo”.
Scherzi(maneanche tanto) a parte, la posizione di Croce è chiaramente filo Biden. Rimane il fatto che il consenso per il presidente uscente, Trump è rimasto molto alto. Come mai?
“ Perché il suo messaggio ha fatto presa nei lavoratori dell’industria, fino a qualche anno prima molto penalizzati. L’occupazione si è alzata anche per le politiche protezionistiche quasi autarchiche di Trump che, forse, se non ci fosse stata la pandemia sarebbe stato riconfermato”. E adesso? “ Cambierà l’approccio degli Stati Uniti su questioni importanti, come i cambiamenti climatici negati da Trump e visti invece da Biden come sfida esistenziale. La vittoria di Biden riporta gli Usa nell’alveo della democrazia. In tutto il mondo c’è molta attesa e molta speranza verso questo nuovo presidente che,sispera,faràdimenticareun predecessore che ragionava e agiva come un padrone poco illuminato”.
La sfida? “Sanare le ferite di questi anni, ricostruire un clima di unità nazionale, far tornare gli Usa nel ruolo che compete loro: essere un punto di riferimento per larga parte del mondo”.
ANITA ZOLFINI BRUNO ANDOLFATTO
