Cronaca

L’Unitre di S.Antonino in lockdown cerca un nuovo presidente

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SANT’ANTONINO L’attività dell’Unitre– causa Covid – è sospesa dal mese di marzo e corre voce che potrebbe non riprendere più. Già, perché il presidente Piero Del Vecchio non intende proseguire nell’incarico e non si trova chi lo sostituisca. “In tutta Italia le attività culturali sono sospese, le Unitre non hanno riattivato corsi e laboratori e quelle poche che lo hanno fatto ad ottobre sono state costrette ad interromperle”, precisa Del Vecchio. “A S.Antonino, d’accordo con l’assemblea dei soci e con il direttivo, abbiamo deciso di attendere la fine della seconda ondata di epidemia, ampiamente prevista. Riapriremo, se possibile, nella primavera prossima”. Proprio inprimavera ci sarà la scadenza naturale del mandatodel direttivo che coinciderà con il 25° di fondazione (21 maggio 1996). Momenti importanti che però rischiano di essere il canto del cigno dell’Unitre.

“Miaugurochenonsiacosì”, riprende Del Vecchio. “Abbiamo lavorato tanto in questi 25 anni e sarebbe un peccato chiudere i battenti”. Però, rileva, “al di là del minore interesse verso le attività riscontrabile nella frequenza ai corsi e laboratori, c’è una stanchezza mia e di qualche componente il Direttivo. Siamo in 11 di cui due dimissionari, il nuovo statuto offre la possibilità di una compagine fino a 13 componenti. C’è spazio per 4 persone. Io non farò più il presidente, c’è bisogno di idee nuove e di forze fresche per rinnovare e di un leader nuovo. Non mi tiro indietro, sono disponibile a restare nel direttivo e a dare una mano”.

Così la festa del 25° non sembra in discussione ma resta da capire se si arriverà alle elezioni del nuovo Direttivo visto che alla carica rappresentativa manca un candidato o una candidata.

Tornando ad oggi, alcune Unitre hanno attivato piattaforme online per la frequenza ai corsi daremoto, non così a Sant’Antonino. “Qualche docente era disponibile ma chi frequenta con regolarità i nostri corsi ha poca abitudine alle attività online, spiega Del Vecchio. “Lo sforzo organizzativo ci è sembrato superiore ai risultati attesi e abbiamo rinunciato”.

Dunque tutti fermi in attesa di tempi migliori? “No, in questi mesi abbiamo proposto visite guidate in paese, seguiamo la formazione dei volontari del Servizio Civile, stiamo lavorando ad una guida storico, culturale e artistica del paese fruibile anche da smartphone. In questi tre anni ma anche prima, abbiamo fatto diversi tentativi per rinnovare il Direttivo. Non credo sia finito un ciclo, anzi, credo ci sia margine per proporre ancora molte iniziative in ambito culturale a Sant’Antonino e in Valle di Susa; ma ci vogliono però nuove risorse. Mi auguro che questo invito venga accolto. Temo stia cambiando l’approccio dei giovani e degli adulti alla cultura e al radicamento al proprio territorio. È sempre più difficile fare cultura e si vede, non solo a Sant’Antonino. Io ho venticinque anni di Unitre sulla spalle, sono un po’ affaticato e non sempre in ottima forma. Per questo voglio lasciare la presidenza”.

B.And.

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