Ruggero Suppo lascia il comando dei Vigili del Fuoco di Condove
Come spesso succede la notizia “esce” dai social ma ciò che conta è andare oltre il più classico dei “copiaincolla” e scoprire che, dietro qualche foto e una frase, c’è una persona con la sua storia. Come quella di Ruggero Suppo che proprio il 1° gennaio 2021 ha compiuto 61 anni; per lui, quel giorno è scoccata l’ora di passare le consegne di Capo Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Condove.
A prendere l’incarico, in via provvisoria nell’attesa che venga eletto il successore di Suppo, tocca a Marco Paolone.
“Pompieri non di nasce, ma lo si diventa e si rimane per sempre’, ha scritto Suppo sulla sua pagina social.
“Ho iniziato a bazzicare nel distaccamento di Condove fin da quando avevo 18 anni. Correva l’anno 1978 e sognavo di poter dare il mio apporto ai “pumpista” del paese”.
Dettofatto? Non proprio, perché Ruggero Suppo non ha fatto il militare e, per un bel po’ di tempo (finchè le regole non sono cambiate) per lui entrare a pieno titolo nel Distaccamento non era possibile. Cosa che non gli ha impedito di dare comunque una mano. L’ingresso ufficiale è datato 1988. Da allora è stato un susseguirsi di vicende, di interventi, di avventure. Suppo non lascia solo il Comando ma proprio la parte operativa e rimarrà a disposizione solo per incarichi di rappresentanza.
“Nella mia memoria rimangono impressi due episodi”, racconta. “Il primo è l’incendio nella cappella della Sindone, a Torino, nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997. C’eravamo anche noi di Condove. Ricordo come se fosse ora il momento in cui il funzionario Mario Trematore ha spaccato la teca per portare in salvo il sacro lino”.
Emozioni che non si cancellano, insieme alle emozioni provate in un’altra tragica circostanza. “Era la sera del 7 dicembre 2017 ed ero in Caserma a Torino per un periodo di “richiamo” della durata di 20 giorni, durante i quali si sperimenta la vita e il lavoro del Vigile del Fuoco effettivo. C’è un incendio in una fabbrica, correte. La fabbrica era la Thyssen-Krupp.
Non ci sono parole per descrivere quei momenti, quando è stato portato fuori il corpo di Antonio Schiavone, il primo operaio avvolto dalle fiamme. Mi è rimasto impresso, era completamente carbonizzato, rimpicciolito, sembrava un ragazzino; la fede al dito intatta. E’ stato un intervento pericoloso, pauroso, tra fiamme, calore impossibile, esplosione. Ricordo che dopo il Comando ci ha fatto fare tutti insieme una seduta con una psicologa. Dovevamo elaborare lo shock e ho apprezzato questo momento nel quale ho condiviso con altri le emozioni, la paura, il trauma che tutti avevamo vissuto”.
Il resto è fatto di centinaia di interventi, dai classici salvataggi di gattini arrampicati sugli alberi agli incidenti, alle alluvioni.
Insomma, la vita del Vigile del Fuoco è questa. Ora si tratta di dare un futuro al Distaccamento di Condove.
“Giovani che vorrebbero entrare non mancano ma i tempi “burocratici” sono troppo lunghi e c’è il rischio che nel frattempo si demotivino. Bisognerebbe accelerare le procedure. E poi, se vogliamo dare un futuro ai Vigili del Fuoco Volontari, bisognerebbe unire meglio e di più i Distaccamenti, un po’ sul modello della Croce Rossa”.
Ma Ruggero Suppo (che tra l’altro è pure zio del sindaco di Condove Jacopo Suppo) è due volte… Vigile: del Fuoco (volontario) e Urbano (professione) . Anche qui la pensione si avvicina: “Ma ne parleremo tra un annetto“.