Cronaca

Stop allo sci: la montagna… disincantata (e un po’ presa in giro)

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Diario di un turista “cronista”

E’ un volto da villaggio incantato quello che offre l’alta valle di Susa domenica 14 febbraio. Una montagna incantata – o, meglio, ormai disincantata, che attende due scadenze: quella dell’indomani, lunedì 15 febbraio, con la riapertura a Bardonecchia degli impianti sciistici bloccati dall’emergenza Covid; spostata più in là di qualche giorno (al 20 febbraio) per il mega comprensorio sciistico della via Lattea.

Ma l’attesa si respira nell’aria tanto più oggi, giorno di San Valentino, con ristoranti e locali sold out pur nel rispetto (quasi in tutti i casi) delle norme di distanziamento e dell’obbligo di mascherina.

Certo, c’è contrasto tra la neve che imbianca e illumina la giornata e le piste pressochè vuote. Solo bimbi sui bob e sciatori delle scuole vanno su e giù sulle piste.

Le ore passano. Nella fredda e assolata domenica non mancano situazioni contraddittorie; come le piste vuote e qualche locale (troppo) pieno in quel di Sestriere. Vien da chiedersi: dove sono i maggiori rischi di contagio? Domanda retorica.

Comunque sia si arriva nel tardo pomeriggio quando scende non la neve ma la più classica (e gelata) delle docce scozzesi. Il Comitato Tecnico Scientifico divulga un comunicato in cui si invita a spostare ulteriormente la data di apertura degli impianti. Il Ministro Speranza raccoglie e firma l’ordinanza quando mancano 12 ore al via libera agli impianti. Di apertura se ne parla (forse) il 5 marzo. Motivo: la viariante inglese del Covid preoccupa troppo.

Altra domanda; ma la variante Covid è proprio una “variante” dell’ultimo giorno? Così c’è chi parla di una mazzata per il sistema sci (forse un colpo letale) e per gli operatori che lamentano di aver buttato nel cestino migliaia di prenotazioni.

Alla montagna innevata e definitivamente ..disincantata, a quanti su questi territori lavorano e campano, non rimane da fare altro che attendere la soluzione finale, quella sì… sicura: il disgelo. E’ Marco Bussone, presidente dell’Uncem, alle 18.30 di oggi, domenica 14, a parlare esplicitamente di “stagione finita. Molti operatori che mi hanno contattato in queste ore mi confermano che non riapriranno più. Il No all’apertura all’apertura degli impianti, arrivato in questi minuti, non trova d’accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici. Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest’ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni. Che in settimana dovranno essere rimborsati con adeguati ristori. Per il personale serve immediatamente un’indennità, la cassa integrazione. Il Governo Draghi si attivi immediatamente”.

Non c’è che dire: un bel pasticcio all’italiana; e un brutto passaggio di testimone da un Governo all’altro, dove le colpe di quello passato rischiano di trovare continuità con i peccati originali di quello appena nato…

B.And.

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