Energia pulita dal tunnel della Torino-Lione. Lo studio sulla geotermia di Telt e Politecnico
E’ possibile trasformare lo scavo del tunnel di base della Tav a Chiomonte in una fonte di energia pulita e sostenibile) La risposta, secondo una ricerca di Politecnico e Telt, è affermativa. Come? Utilizzando l’acqua calda intercettata durante i lavori e mettendola poi a disposizione dei residenti nelle località vicine al cantiere.
Secondo quanto emerso la portata può essere valorizzata grazie a un rivestimento impermealizzato della galleria per convogliare le acque in una canalina di raccolta, generando una potenza termica stimata tra i 9,3 e i 14,4 megawatt. A fronte di questi dati il Politecnico ha selezionato gli scenari di utilizzo che creano il maggiore valore aggiunto.
Lo studio esamina quattro ipotesi di utilizzo a Chiomonte, durante i lavori e tre ipotesi a termine lavori, dopo il 2030 a Susa A Chiomonte la prima ad essere interessata potrebbe essere la zona di cantiere, con l’alimentazione dello spazio visitatori e degli uffici di cantiere durante gli anni dei lavori. Rispetto a un impianto di riscaldamento tradizionale, sostiene la ricerca, si avrebbe un risparmio di energia di circa 264 MWh/anno, con una riduzione delle emissioni di Co2 di circa 57 tonnellate l’anno e un risparmio annuo stimato in circa 7.000 euro.
Poi c’è il teleriscaldamentosu un’utenza potenziale di oltre 300 immobili anche se, per massimizzare i benefici energetici e ambientali, la ricerca ipotizza l’allacciamento alla rete 80 edifici per un volume complessivo di circa 120.000 metricubi. Una soluzione positica dal punto di vista ambientale visto che comporterebbe una riduzione di circa 835 MXh/anno di energia e di 128 tonnellate l’anno di Co2; manonvantaggiosadalpunto di vista economico visti i costi elevati soprattutto a causa della distanza tra il punto finale di disponibilità della risorsa (che al termine dei lavori sgorgherà a Susa) e l’utenza (gli edifici di Chiomonte).
La terza ipotesi riguarda l’alimentazione di serre per l’attività agricola nel raggio di 1200 metri da Chiomonte che possono essere collegate attraverso tubazioni in polietilene (con un risparmio del 50% rispetto alla pompa di calore). In questo modo si potrebbero alimentare serre per una superficie compresa tra i 27.500 e i 95.400 mq.
Infine l’alimentazione di serre idroponiche, per l’allevamento ittico; ipotesi che non necessita di una pompa di calore, né di tubazioni particolari. Secondo lo studio l’uso della risorsa geotermica in questo caso risulta conveniente entro i 1.200 metri dal cantiere di Chiomonte.
Per Susa le ipotesi sono tre, tutte al termine dei lavori, dopo il 2030 L’alimentazione di una piscina comunale, con un risparmio del 70% di energia l’anno e una riduzione di emissioni di Co2 di circa 32,8 tonnellate l’anno.
Il teleriscaldamento di oltre 2.000abitazioni conunsistema integrato tra la pompa di calore e alcune caldaie (per la copertura dei picchi di richiesta durante i periodi più freddi). Si avrebbe così un risparmio di energia di circa 16,9 GWh/ anno con una riduzione delle emissioni di Co2 di 2,63 tonnellate l’anno.
L’alimentazione della prevista stazione internazionale e degli uffici nell’area di Susa, con un risparmio del 70% di energia l’anno e la riduzione di emissioni di Co2 di circa 161 tonnellate l’anno.
B.And.