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Come sta il cedro? Bene, grazie. Indagine sugli alberi condovesi

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CONDOVE Come stanno gli alberi del paese? Posta in questi termini la domanda potrebbe far sorridere o al massimo sollecitare una ricerca ‘accademica’. Invece no, la questione è molto concreta e riguarda non solo lo stato di salute del ‘patrimonio arboreo’ ma la sicurezza delle persone, tanto più in una valle spesso ‘sollecitata’ da forti raffiche di vento. Così è il sindaco Jacopo Suppo ad annunciare la decisione comunale di “investire non solo sulla sua manutenzione, ma anche sulla prevenzione e sullo studio” delle piante presenti in paese. Di qui la decisione di commissionare alla Cooperativa PQ2011 di Francesco Ciasca e Simone Martin due indagini, per un importo di circa 4500 euro.

La prima ricerca è già iniziata e prevede il censimento di tutte le piante ‘pubbliche’ presenti nel capoluogo: “In tutto sono 415 – informa Jacopo Suppo –; l’obiettivo però non è solo quello della quantificazione numerica ma di ottenere una una fotografia aggiornata e completa dello stato di salute del patrimonio arboreo. Grazie a questo documento sapremo se ci sono criticità sulle quali intervenire e come poter organizzare la manutenzione nei prossimi anni”.

Il secondo studio commissionato è ancor più specifico e riguarda il cedro che si trova nel parco della Chiesa di San Rocco. “Considerata la sua mole e soprattutto la sua posizione– spiega il sindaco – volevamo avere certezze circa la sua staticità. Abbiamo quindi commissionato una prova di trazione, che consiste nell’ancorare all’albero alcuni tiranti collegati ad un processore che sottopone la pianta a sollecitazioni crescenti, in modo da simulare raffiche di vento intorno ai 113 km/h o altre situazioni che possono portare alla piega o alla “rottura” dell’albero. Le misurazioni raccolte in campo sono state successivamente

elaborate e hanno restituito un report che evidenzia come il cedro sia ritenuto sicuro e non necessiti di interventi di messa in sicurezza’.

Insomma, quello del verde pubblico è un tema più delicato di quanto si possa pensare.

“Gli alberi dei centri abitati – aggiunge Suppo – sono stati piantati diversi decenni fa, quando i paesi presentavano una conformazione urbanistica e viaria radicalmente diversa, e quando le abitudini dei cittadini erano profondamente diverse. Il nostro compito oggi è quello di intervenire con prudenza. Il verde pubblico è una risorsa da tutelare, aumenta la qualità della vita delle nostre comunità; però, non dobbiamo mai dimenticare la sicurezza dei cittadini e i rischi che si corrono, specialmente con i cambiamenti climatici in atto”.

Una sfida da affrontare su solide basi scientifiche perché, dice Suppo citando le “prediche inutili” di Luigi Einaudi . bisogna ‘prima conoscere, poi discutere, poi deliberare’

Bruno Andolfatto

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