Federico, Aurora e Isabella: tre bambini alle prese con le lezioni… a distanza
SANT’ANTONINO
“Mi mancano i miei compagni ma non mi manca andare a scuola”
A parlare è Federico, 7 anni, uno dei tanti bimbi del paese, della valle, di questa Italia “condannato” ancora una volta agli arresti domiciliari per colpa del Covid-19.
Un destino che condivide con la sorellina Aurora, tre anni, che dopo aver cominciato l’avventura educativa e sociale nella scuola dell’infanzia, è stata costretta a interromperla dopo 5 mesi.
Stessa sorte per la cuginetta Isabella, più piccola di due mesi.
Tutti allontanati dalle aule, dai compagnetti, dalle maestre. A compensare questa distanza – provocata “da quel monello di virus”( parola di Isabella) è arrivata ancora una volta lei, la didattica a distanza meglio conosciuta con l’acronimo Dad. Tutti davanti allo schermo a seguire la lezione.
A raccontarci come sta andando la Dad versione 2021 tocca ad Alice (mamma di Federico e Aurora) e ad Andrea (papà di Isabella, bimba assai raggiante per via di un fratellino in arrivo).
Partiamo da Federico. “E’ passato un anno dalla prima ‘ dad’ -racconta mamma Alice – e le cose vanno meglio. Un po’ perché l’anno scorso l’emergenza è arrivata all’improvviso, nessuno era preparato ad affrontarla e si è dovuto per forza di cose improvvisare. E poi Federico è cresciuto, ha superato la prima fase, delicata, di scolarizzazione e tiene meglio il passo”.
Anche la Dad si è evoluta
“L’anno scorso si facevano solo due incontri di mezz’ora a settimana, c’erano moltissime interazioni scritte, schede da stampare e cose simili”. Insomma, una didattica con parecc hia… distanza che però, quest’anno, si è ridotta parecchio: “Tutti i giorni Federico partecipa alle lezioni. Tre ore da 45 minuti ciascuna con intervallo di 15 minuti tra una e l’altra. Le gestisce bene, in modo autonomo ”. Mamma Alice si sente sollevata: “ Posso fare meglio … la mamma e abbandonare finalmente i panni della severissima signorina Rottermeier che l’anno scorso di tanto in tanto mi toccava indossare”.
Se proviamo, da adulti, a vedere la Dad con gli occhi di Aurora e Isabella, questa pare quasi una cosa… lunare. E invece no, la versatilità dei bambini è prodigiosa. Altrettanto quella delle insegnanti.
E’ Andrea, papà di Isabella a affermare: “ Alla scuola dell’infanzia sono organizzatissimi. Inseriscono tutti i giorni un’attività sulla piattaforma ‘classroom’ e poi, un’ora alla settimana fanno videolezione e inseriscono anche video con racconti. Si fa di tutto: religione, musica, attività pratiche, lingua straniera. Ogni giorno si segue un tema e viene proposta un’attività”. Aurora e Isabella, sia pure in classi diverse, sono letteralmente ‘elettrizzate’ dalle attività che consentono loro di imparare e non annoiarsi.
“L’altro giorno Isabella si è guardata tre volte di fila un video di musica preparato dalle maestre che le è piaciuto moltissimo”.
Genitori ‘alleggeriti’
“Non dobbiamo impazzire per inventarci cose da proporre per vincere la noia”. Certo, il limite c’è, ed è evidente. La relazione non ha nulla di “fisico”, tutto passa attraverso il filtro di un monitor e di una tastiera. “Si sente la distanza dalle maestre che, questa fase, per i bambini, entrano a far parte a tutti gli effetti del panorama famigliare”. “Ma i lavoretti che vengono assegnati – rimarcano Alice e Andrea – i fogli che le insegnanti mandano da stampare tengono in vita quel legame, sia pure in modo molto sottile”. Ed è un legame che i bimbi sentono. “ La Dad è diventata la normalità e Aurora – racconta Alice – ha voglia di completare i suoi lavoretti. Il primo giorno di Dad ha iniziato subito, appena sveglia, a chiedermi:”Ma quando ci colleghiamo che voglio vedere i miei compagni?’” Poi, diciamola tutta, quella di Federico, Aurora e della cuginetta Isabella è una realtà fortunata. Alice lo ammette: “ Io e mio marito Francesco abbiamo un lavoro che ci consente di organizzarci il tempo e di seguire i nostri figli. E la stessa cosa vale per Andrea ed Elisabetta. In più viviamo tutti nella stessa casa e questo aiuta molto le nostre famiglie Mi vengono in mente situazioni con mamme sole, figli da seguire, un lavoro da non trascurare. Davvero mi chiedo come facciano”.
Insomma, dire che questa sia scuola al 100 per 100 non è possibile. Al massimo la Dad è un buon surrogato. E il desiderio di normalità, anche nei piccoli, è molto forte. Così, l’abbiamo già scritto, la frase ricorrente di Isabella e Aurora è: “Ma quando se ne va questo virus monello?”. E poi: “Ma quando il virus non ci sarà più potremo andare al mare?”. Ancora: “Ve la toglierete la mascherina quando non ci sarà più il virus?”. Tutto mentre Federico, con piglio e determinazione, tiene in bella vista il suo cartello di protesta: “Abbasso il Coronavirus”. Sottoscriviamo tutto.
Bruno Andolfatto