Ilaria: “Apro l’attività nel 2020 e scoppia subito la pandemia”
Quando alla fine del 2019 Ilaria Borio, 22 anni, bussolenese di origine astigiana, ha rilevato un banco di prodotti di abbigliamento, a tutto poteva pensare tranne che la sua avventura si trasformasse improvvisamente in una lunga, complicata corsa a ostacoli. Eppure è andata proprio così.
“Prima facevo la commessa, tutti lavori precari, a termine. Poi una volta, al mercato di Sant’Antonino ho visto che c’era un’ambulante che cedeva l’attività. Non ci sono stata troppo a pensare; ho colto l’attimo e mi sono buttata in quest’avventura ”.
È il 31 gennaio 2020 quando Ilaria inizia a girare i mercati della valle di Susa. Due gli obiettivi: “Guardarmi intorno, vedere un po’ come facevano gli altri per imparare. E poi farmi conoscere per creare la mia clientela”.
Qualche settimana ed ecco che arriva il cosiddetto “nemico invisibile”: il Covid.
“Intorno al 10 marzo inizia il lockdown che dura fino alla metà di maggio”. Poi arriva l’estate, si rifiata, si ricomincia. Ma con l’autunno le cose cambiano: “Lavoro fino a novembre e comunque nel periodo in cui ho potuto andare nei mercati ho fatto pochi affari; la gente non spendeva, l’economia era ferma. Io poi ero (e in parte lo sono ancora) particolarmente penalizzata: non ho avuto il tempo di farmi conoscere, di costruirmi una mia clientela. E ci sono stati giorni di mercato in cui, alla fine della giornata mi sono trovata con soli 30 euro in cassa. Davvero pochini per poter tirare avanti”.
Gli stop and go del periodo natalizio (con i festivi e i prefestivi inibiti al commercio degli extra-alimentari) e poi la nuova zona rossa dal 15 marzo al 12 aprile non hanno aiutato Ilaria Borio a lanciare la sua attività commerciale.
Ma lei è tenace, ci crede. Però chiede regole chiare e certe.
“A partire dalla considerazione che se ci sono luoghi sicuri, dove le probabilità di contagio sono bassissime (1 su 1000) questi sono proprio i mercati”.
Per il resto, Ilaria e tante persone come lei in questo momento hanno bisogno di due cose essenziali: star bene e lavorare. Per vivere.
Bruno Andolfatto