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1°maggio 2021: luci e ombre su lavoro industria. La parola a Rocco Cutrì (Fim-Cisl)

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C’è un futuro per il lavoro e l’industria a Torino e dintorni, e quindi anche in Valle di Susa, una volta passata (si spera presto) l’emergenza Covid?

Le preoccupazioni non mancano così come anche i motivi di speranza e fiducia.

Sul piano strettamente locale, la questione Alcar di Vaie, da cui dipendevano il futuro della fabbrica e il destino di più di 140 lavoratori, sembra avviarsi a una soluzione positiva. L’azienda ha depositato in tribunale l’omologa di concordato, vale a dire la proposta di assolvimento totale o parziale dei debiti esistenti. Se la proposta otterrà l’ok, questo significherà due cose. La prima: il debito aziendale nei confronti dei lavoratori sarà totalmente saldato.

Il rischio fallimento per l’azienda pare quindi scongiurato. Bisognerà perfezionare le trattative, che i ben informati dicono essere in corso da tempo, per il passaggio dell’Alcar (attraverso affitto o acquisizione) a un nuovo imprenditore.

In questo periodo l’azienda, pur ricorrendo alla cassa integrazione, non ha mai cessato di produrre e di mantenere relazioni con i clienti, rimanendo così sul mercato.

Ma il resto del tessuto industriale torinese in che stato di salute versa?

(Rocco Cutrì, Fim-Cisl)

A dare la risposta è Rocco Cutrì, della segreteria della Fim-Cisl torinese: “ Siamo di fronte a un tessuto industriale fortemente indebolito, prima dal calo del mercato dell’auto poi dalla pandemia e dal lockdown del 2020 che ha provocato una forte contrazione della domanda. Unico settore a crescere è quello alim entare ”.

Difficile, anche per gli esperti, fare una conta dei danni subiti dal settore industriale. Ma, al di là dei pur necessari ammortizzatori sociali, “ la vera questione sarà se e come ci sarà una ripresa. Le valutazioni dicono che questa si baserà molto sulla trasformazione e sull’innovazione”. Insomma, rimarrà a galla chi investirà insettorinuovieintecnologie nuove “ e questo vale anche per le industrie della zona ovest di Torino, Valle di Susa compresa”.

Riprende Cutrì: “ Non basterà attendere che passi la bufera del Covid; servono piani industriali e capacità, da parte delle aziende, di fare rete”.

Nemmeno basterà aspettare che si chiariscano i contorni dell’operazione Stellantis (l’accordo Fca- Peugeot), “ No, qui bisogna guardare avanti da subito, alla mobilità alternativa, verde, alle auto a motore elettrico”. E poi cogliere alcune grosse opportunità di rilancio, come i 20 milioni di euro stanziati dal decreto rilancio per l’area Mirafiori proprionelcampodellatrasformazione edellaricerca;ocome il parco tecnologico dell’aerospazio che potrebbe far diventare l’area torinese capitale indiscussa del settore aerospaziale. “Se questo avvenisse si creerebbe un indotto capace di dare lavoro e opportunità a una miriade di piccole e medie imprese dislocate ovunque”.

Per non parlare poi dell’Environment Park – Parco Scientifico Tecnologico Per L’Ambiente “ che offre possibilità di ricerca e sviluppo anche per piccolissime aziende e startup. È una realtà di eccellenza che mette a disposizione laboratori e che, tanto per dirne una, sta consentendo al Piemonte di scommettere sulla proposta di ospitare il Centro di Alta Tecnologia per L’Idrogeno”.

Bruno Andolfatto

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