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Appello dei Sì Tav: “Non spostiamo l’orizzonte 2030”

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Torino-Lione in ritardo e non solo per colpa del Covid. Si finirà tra il 2031 e il 2032

Le parole sono fonte di malintesi, scriveva Antoine De Saint-Exupery nel Piccolo Principe. Le parole e anche i numeri e il conteggio degli anni, verrebbe da aggiungere. Così è per la Torino-Lione.

L’obiettivo dei promotori (fino a qualche giorno fa) era il completamento della nuova linea ferroviaria entro il 2030. Almeno fin a quando su La Stampa sono apparse alcune dichiarazioni del direttore generale di Telt Mario Virano, rilasciate a metà giugno nel corso di una videoconferenza sul ruolo delle ferrovie nel Green Deal che, stando all’interpretazione del giornale, prefigurano una “frenata sulla fine dei lavori” e lo spostamento in avanti delle scadenze dal 2030 al 2031-2032.

Ma che cosa ha detto veramente Virano? Dagli uffici di Telt ci è giunta una nota con le parole esatte da lui pronunciate nel corso della conferenza: “ Gli scenari concordati con l’Unione europea prima della pandemia prevedevano la fine dei lavori della Torino-Lione nel 2030. Naturalmente si dovrà tenere conto dell’impatto del Covid che, allo stato attuale della pandemia, è stimabile in circa un anno. Gli imminenti esiti delle gare per il tunnel di base nel 2021 consentiranno previsioni finali basate sugli impegni contrattuali delle imprese. L’orizzonte temporale – conclude Virano- resta comunque l’inizio del decennio con le nuove scadenze che saranno dettagliate nel Grant Agreement 2021-2027, che gli Stati discuteranno con la UE nei prossimi mesi”.

Questo significa che l’orizzonte 2030 per la Torino-Lione, sarà spostato di qualche anno? Tra i promotori dell’opera non manca chi chiede che l’obiettivo di completare l’opera in quell’anno non cambi. E c’è chi ricorda che, addirittura, lo scenario deciso a suo tempo, prevede la fine dei lavori nel 2029, cui dovrebbe seguire un anno di esercizio provvisorio, mantenendo cioè un numero limitato di treni per testare la linea.

Ma allora cos’è questa storia dei ritardi? La prima a ipotizzare lo spostamento al 2032 del completamento e dell’avvio della Torino-Lione é stata qualche mese fa,l’allora ministra delle infrastrutture Paola De Micheli,beccandosi poi una serie infinita di rimbrotti.

Certo – dicono Sì Tav, è vero che l’emergenza sanitaria Covid ha avuto il suo impatto; a questo si aggiunge il problema dei giovanotti che assaltano i cantieri. Il rischio di accumulare qualche ritardo (oltre all’aumento dei costi) è reale. Ma, si dice negli ambienti favorevoli alla Torino- Lione, dobbiamo mantenere la barra dritta sull’obiettivo del 2030 perché se iniziamo a ipotizzare ritardi c’è il rischio che i tempi si dilatino ulteriormente.

Chi non le manda a dire è Giovanna Giordano. Ve la ricordate? Una delle “madamine” che, tra fine del 2018 e inizio 2019, riempirono due volte piazza Castello con migliaia di persone favorevoli alla Tav. “ Se iniziamo a spostare in avanti le scadenze, sapendo come funzionano le cose in Italia, corriamo il rischio che la Torino-Lione venga terminata nel 2035 se non dopo. Qualche ritardo è innegabile (è il caso dei problemi provocati dal Covid) ma non mi pare nulla di tragicamente ingestibile e irrecuperabile. La scadenza del 2030 va mantenuta e bisogna fare di tutto per superare eventuali impasse”.

In questa fase, il vero problema pare non sia la tratta internazionale, ma le tratte di adduzione nazionali, in particolare quella italiana (Bussoleno-Orbassano-Torino ) su cui, aggiunge Giovanna Giordano “ per troppo tempo è calato il silenzio e il nuovo commissario è stato nominato solo pochi giorni fa. Qui c’è molto da fare, molto da decidere e lo si deve fare in fretta”.

C’è chi immagina che le questioni politiche rischino di prevalere su quelle tecniche. Una su tutte: “ Il tentativo di creare o rafforzare l’alleanza tra il Pd e i 5Stelle, notoriamente contrari alla Torino-Lione. Non vorremmo– conclude Giordano – che proprio la Torino-Lione diventasse una sorta di ‘merce di scambio’ per cementare l’alleanza; magari con il Pd disposto a sacrificare qualcosa sui tempi e modi di realizzazione della Tav sull’altare della strana coalizione”.

Cattivi pensieri? Lo sapremo presto

Bruno Andolfatto

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