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ALCAR di Vaie, la salvezza arriva da Bergamo

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Spunta un imprenditore interessato ad acquisire lo stabilimento valsusino e quello di Lecce

E’ un momento delicato per i lavoratori dell’Alcar di Vaie (circa 140 dipendenti) e di Lecce”. E’ il commento di Rocco Cutrì, della segreteria torinese della Fim Cisl, dopo aver appreso la notizia che nei giorni scorsi il tribunale di Lecce (dove l’azienda ha la sede legale) ha emanato la “ Procedura competitiva con invito a presentare offerte”.

Questo significa – spiega Cutrì – che un imprenditore ha manifestato l’interesse ad acquisire i due stabilimenti”.

Ad aver presentato la richiesta, secondo indiscrezioni attendibili, sarebbe un’azienda bergamasca. “ Una novità che fa ben sperare sul futuro dei due stabilimenti anche se una risposta certa non si potrà avere prima di giovedì 22 luglio, quando, dopo aver aperto le buste e verificato la correttezza, si svolgerà il ‘processo competitivo’”. Si tratta di uno degli atti più importanti, se non il più importante, della procedura di Concordato Preventivo con il quale i curatori “ intendono vendere in maniera congiunta, i due rami d’azienda”( Lecce e Vaie).

L’offerta minima, si legge nel documento, è di 9 milioni e 900mila euro. Il rilancio minimo è stabilito nella misura di 50 mila euro.

E’ ancora presto per dire se la vicenda potrà concludersi nel migliore dei modi, cioè con l’ingresso di un nuovo imprenditore ma le premesse, fino a questo momento, sono positive. L’offerta presentata dal soggetto interessato ad acquisire la Alcar (e chissà che nel frattempo non se ne aggiungano altri), dopo il pronunciamento del Tribunale di Lecce previsto giovedì 22 luglio diventerà vincolante. “ A quel punto– precisa Cutrì – si aprirà il confronto con le organizzazioni sindacali”.

Nel frattempo non resta che incrociare le dita.

La crisi Alcar divenne evidente nel 2020, dopo anni di vicissitudini a metà strada tra la crisi industriale e l’intricata vicenda giudiziaria con l’arresto dell’allora amministratore delegato del Gruppo, insieme al figlio e alla segretaria con le accuse di riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.

A quel punto l’Alcar presentò richiesta di Concordato Preventivo. Ma nel mese di ottore 2020 il tribunale di Lecce impose all’azienda forti limitazioni nella capacità di spesa; mettendo in forte discussione la capacità produttiva dell’azienda. Di qui la decisione aziendale di fermare temporaneamente gli stabilimenti. A tutta questa serie di grane si aggiunse la pandemia Covid-19 che consentì solo al 30 40 per cento della forza lavoro di partecipare all’attività produttiva. L’azione dei sindacati, delle istituzioni e anche l’intervento dell’Arcivescovo di Torino e Susa mons. Cesare Nosiglia (che ricevette i delegati sindacali in vescovado a Susa) convinse i prefetti di Lecce e Torino a intervenire e il Tribunale leccese a dire che la limitazione negli acquisti era, in realtà, un’errata interpretazioni delle disposizioni dello stesso Tribunale.

Il resto è storia recente, con l’Alcar che, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, torna a diventare operativa e a produrre. Adesso c’è la notizia dell’imminente apertura delle buste (o della busta) con l’offerta vincolante e il successivo passaggio dei due rami d’azienda a un imprenditore che ha dichiarato di volerla acquisire. Sempre che tutto vada per il verso giusto.

Bruno Andolfatto

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