Nella Scoppapietra e quel filo tra mitologia e contemporaneità
SANT’ANTONINO “Un solo filo” è il titolo del terzo romanzo della scrittrice valsusina Nella Scoppapietra protagonista, giovedì 8 luglio, del pomeriggio dedicato ai “Colori della Scrittura”, una rassegna dedicata agli autori della valle iniziata la settimana con con Paolo Magrini e proseguita con i “giochi letterari” di Bombetta Book dedicati ai più piccoli.
Ad accompagnare Nella Scoppapietra, Paola Tombolini di Golem Edizioni e Giorgio Brezzo (redattore de La Valsusa) che ha animato la discussione intorno al libro e all’esperienza dell’autrice. Tra una domanda e una risposta gli intermezzi musicali delle flautiste Lara Scoppapietra e Michela Rey. Un libro che parte dalla mitologia greca e dalle Moire (Cloto, Lachesi e Atropo), tre sorelle dedite all’arte della tessitura che stabilivano il destino degli uomini attraverso la metafora della vita vista come un filo: “Una – spiega l’autrice – decide la nascita di una vita umana, l’altra ne disegna il destino e la terza stabilisce il momento della morte”.
“Un romanzo che sfugge alle solite categorie, che definirei poetico – afferma Paola Tombolini – capace di descrivere e di entrare nelle emozioni e nelle vicissitudini dei personaggi senza creare alcuna confusione”.
Un libro la cui uscita (con le varie presentazioni) ha scontato e si è scontrato con la dura realtà dell’emergenza sanitaria del Covid. “ Ma – assicura Tombolini – libro e autrice saranno presenti al Salone del libro, in programma a Torino nel mese di ottobre”.
Nel libro, oltre ai personaggi, sono descritti e raccontati i luoghi. Molto presente la Francia, in particolare la Provenza e la grande Parigi, e non mancano riferimenti alla “nostra Valle di Susa, visto che uno dei personaggi ha origine in una valle delle Alpi segnata dalla frequente presenza del vento”.
Da dove trae ispirazione Nella Scoppapietra: “Un po’ da tutto – è la risposta – ho fatto ragioneria, un corso di studi dove la letteratura non è certo dominante, poi quando mia figlia ha iniziato il liceo ho scoperto i classici. A lei toccava leggerli per forza di cose, poi li passava a me. E lì mi si è aperto un mondo”.
Ma non ci sono solo i classici. Nel libro ci cono frequenti richiami alla realtà contemporanea. Un esempio? “Le banlieu delle città francesi; qui ad avermi ispirata è stata la visione di un film (“L’odio”), che ho visto più volte. Racconta di situazioni dove “liberté, egalité, fraternitè” sono sostituita da un unico sentimento: la rabbia. E l’odio è figlio della rabbia”.
Possiamo dire che questo sia un romanzo dedicato al destino? “ Si, io nel destino ci credo abbastanza. Anche se poi è come se ognuno di noi si trovasse sulla riva di un fiume a decidere se tentare o no di attraversarlo”.
Il prossimo incontro dedicato ai colori della scrittura, giovedì 22 luglio alle 18.30, vedrà come protagonista l’autore santantoninese Marco Pent che presenterà “L’abito della Sposa”. Luogo: il cortile della Cooperativa in piazza don Cantore 15.
Bruno Andolfatto