Vaie, l’Alcar finisce nelle mani di Ovv SpA di Bergamo
VAIE La tanto attesa notizia, per i 140 lavoratori in forza all’Alcar di Vaie, è arrivata nel pomeriggio di giovedì 22 luglio: l’azienda è salva ed è stata acquisita dalla Ovv SpA di Bergamo. La notizia è arrivata dal Tribunale di Lecce, città che ospita l’altro stabilimento che è anche sede madre dell’Alcar.
La procedura di vendita dei due rami d’azienda (Vaie e Lecce) giunge al termine della procedura stabilita dal Concordato Preventivo. Ma c’è un’altra sfida che i lavoratori auspicano sia meno ardua: salvare quasi i posti di lavoro dei due stabilimenti attraverso il confronto con i sindacati.
Il gruppo Ovv Spa di Bergamo si è aggiudicato l’Alcar mettendo sul tavolo l’offerta di 9,8 milioni alla prima battuta d’asta giudiziaria per acquisire gli stabilimenti di Vaie e di Lecce ai quali proverà ad assicurare la continuità e il rilancio della produzione.
La serietà della manifestazione d’interesse dell’azienda bergamasca (operativa nel settore della componentistica per settore agricolo e construction) aveva rappresentato, il presupposto per l’avvio della procedura di concordato preventivo accordata dal tribunale di Lecce il 9 giugno scorso.
“Accogliamo favorevolmente – dichiarano i sindacalisti Antonino Iserra (Fiom Cgil) e Rocco Cutrì (Fim Cisl) – la notizia dell’aggiudicazione di Alcar Industrie, alla prima asta e per una cifra praticamente simile al prezzo di base. Tutto ciò conferma quanto le organizzazioni sindacali territoriali e le Rappresentanze Sindacali Unitarie di stabilimento hanno fortemente sostenuto in tutti questi anni di lotta per la difesa degli stabilimenti e del loro posto di lavoro, cioè che Alcar industrie era ed è una azienda con forti potenzialità soprattutto per la professionalità dai suoi lavoratori e per la composizione dei propri clienti finali”.
“ Oggi– dicono i sindacalisti – si apre una nuova strada, che le organizzazioni sindacali e la RSU vogliono da subito percorrere attraverso un serio confronto con la nuova proprietà per conoscere le prospettive produttive e il piano industriale della nuova Alcar”.
LA STORIA DI QUESTI ANNI
Un’azienda, l’Alcar, che ha vissuto varie traversie. A partire dalla crisi finanziaria ed economica della fine del primo decennio del 2000; corre l’anno 2008 quando l’azienda conosce un momento difficile a causa dell’interruzione del piano di commesse da parte della Cnh, a quel tempo principale cliente del Gruppo.
Altra tappa nel marzo 2016 quando, pur di salvare i posti di lavoro (in quegli anni erano 200), i dipendenti cedono in prestito alla società proprietaria una percentuale della loro busta paga, con la promessa che, con il rilancio dell’azienda, la quota prestata verrà restituita. Promessa solo in parte mantenuta.
Nel 2019, il passaggio di proprietà; l’Alcar viene ceduta alla Metec, holding del gruppo Blutec della famiglia Ginatta. E qui cominciano i guai: a fine novembre i dipendenti (nel frattempo scesi a 170 unità) non ricevono le retribuzioni. Il sindacato esprime forti preoccupazioni per una crisi che rischia di peggiorare di giorno in giorno.
Qualche tempo dopo. giugno 2020, la proprietà dell’azienda viene coinvolta in una vicenda giudiziaria che si intreccia a una situazione difficile dal punto di vista industriale. I lavoratori, increduli, apprendono la notizia dell’arresto dell’allora amministratore delegato del Gruppo insieme al figlio e alla segretaria accusati di riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.
Viene presentata la richiesta di Concordato Preventivo..
Nel mese di ottobre 2020 il tribunale di Lecce impone all’azienda forti limitazioni nella capacità di spesa, mettendo in discussione la capacità produttiva dell’azienda. Di qui la decisione aziendale di fermare temporaneamente gli stabilimenti. A tutta questa serie di grane si aggiunge la pandemia Covid-19 che consente solo al 30 40 per cento della forza lavoro di partecipare all’attività produttiva. L’azione dei sindacati, delle istituzioni e anche l’intervento dell’Arcivescovo di Torino e Susa mons. Cesare Nosiglia (che riceve i delegati sindacali in vescovado a Susa) convince i prefetti di Lecce e Torino a intervenire e il Tribunale leccese a dire che la limitazione negli acquisti é un’errata interpretazione delle disposizioni dello stesso Tribunale.
Il resto è storia recente, con l’azienda che, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, torna a essere operativa e a produrre.
La notizia di un imprenditore interessato a rilevare l’azienda è di qualche settimana fa. Giovedì 22 luglio la conferma: l’Alcar viene acquisita dalla Ovv Spa di Bergamo.
Bruno Andolfatto