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Alcar, lavoratori in assemblea. Il 22 si saprà il futuro della fabbrica

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Un’azienda di Bergamo pronta a rivelare gli stabilimenti di Lecce e Vaie

VAIE Il futuro dell’Alcar si saprà giovedì 22 luglio, quando nel Tribunale di Lecce, i curatori che hanno seguito la proceduradelconcordatopreventivo, apriranno le buste con le offerte per l’acquisizione dei due rami d’azienda: gli stabilimenti di Vaie (che occupa circa 140 persone) e di Lecce.

Nell’attesa della data fatidica, venerdì 9 luglio, i lavoratori si sono riuniti in assemblea con i sindacalisti Rocco Cutrì (della segreteria provinciale della Fim Cisl) e Antonino Inserra della Fiom Cgil. Assemblea che, nei programmi avrebbe dovuto svolgersi all’esterno dell’azienda; ma il sole caldo che sovrastava la zona ha suggerito un luogo più… fresco e raccolto.

Così la riunione si è tenuta in un locale dell’Alcar. “ Con la dovuta prudenza– spiega Rocco Cutrì – abbiamo comunicato ai lavoratori che nutriamo qualcosa in più di una ragionevole fiducia, dettata dal fatto che, nei mesi scorsi, si sono fatti avanti numerosiimprenditorichehanno proposto le loro manifestazioni di interesse”. Tutte sottoposte a un attento screening da parte dei curatori. Alla fine, da quanto si è appreso da fonti attendibili, é rimasta in piedi lapropostadiacquisizionedegli stabilimenti di Vaie e Lecce da parte di un’impresa bergamasca. “ Le premesse sono più che positive. Il vero problema in questomomentoèunacertadiffidenza diffusa tra i lavoratori chesonostanchidiuntiraemolla che dura da troppo tempo”.

In effetti non vanno dimenticate le traversie cui la forza lavoro è stata sottoposta in questi anni con i lavoratori che, a un certo punto – pur di salvare l’azienda e il posto di lavoro – hanno addirittura prestato i soldi al datore di lavoro sotto forma di ‘taglio’ alle buste paga con la condizione che questi soldi venissero restituiti. Cosa cheinmolticasinonèavvenuta o è avvenuta solo in parte. Poi ci sono stati repentini passaggi di proprietà, l’ultimo dei quali ha visto l’azienda finire nelle mani di un gruppo i cui vertici, nel 2020 sono stati al centro di un’inchiesta giudiziaria con l’arresto dell’allora Amministratore Delegato insieme al figlio e alla segretaria con le accuse riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.

Alla fine dei conti – spiegano i due sindacalisti – anche se può sembrare paradossale, l’intervento della magistratura si è rivelato provvidenzialeperavviare la procedura di concordato che, speriamo, salverà azienda e lavoratori. Una procedura e una situazione complessa, faticosa da capire anche per noi sindacalisti che di queste vicende simili ne vediamo tutti i giorni”.

E adesso? “ Non resta che aspettare il 22 luglio”, è la risposta. E, nel frattempo, non rimane che incrociare le dita.

Bruno Andolfatto

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