San Didero, urla e spintoni davanti al cantiere tra i No Tav e un camionista
SAN DIDERO Momenti di tensione, venerdì 16, all’ingresso del cantiere dove sorgerà il nuovo autoporto, che sarà trasferito dall’area Sitaf di Susa per lasciar posto alla stazione internazionale.
Un camionista della Eslo Silos, ditta che si occupa di logistica, si è imbattuto in un blocco di una decina di dimostranti No Tav allestito di fronte al cantiere. Secondo la versione dei manifestanti, riportata anche nei siti web del movimento, il mezzo avrebbe “ cercato di forzare lo sbarramento accelerando e rischiando di travolgere i ragazzi e le ragazze’.
Nel video sulla pagina Facebook dei No Tav si vede l’uomo scendere dal camion e affrontare da solo i dimostranti con urla e spintoni: ‘ Siete voi il problema: vi mettete in mezzo alla strada mentre io devo entrare”. E poi: “ Mi chiamo Natale, qui mi conoscono tutti”, urla esasperato “Sono sveglio dalle 4 del mattino. Non voglio ascoltare, non sono tranquillo, lasciatemi in pace”.
Volano parole grosse, non pubblicabili. Una decina di attivisti, identificati dalla Digos, lo avvicinano, tutti esponenti del centro sociale Askatasuna, alcuni volti noti delle proteste in Valle. “ Prendiamogli la targa”, suggerisce un ragazzo. Un’altra filma la scena.
“ Cosa vuoi fare?”, reagisce lui. Partono gli spintoni. « Ti ammazzo. Sono in piedi dalle quattro ».
Poi prende un manifestante sotto braccio e prova a spiegare: “ Vi mettete in mezzo alla strada e non riesco ad entrare. Sono stufo”.
Un ragazzo si avvicina al camion, cerca di bloccarlo, l’uomo reagisce. Intorno alle 20.30, i No Tav lasciano il campo e postano un video su Fb. “ Un camion ha cercato di forzare lo sbarramento accelerando, rischiando così di travolgerci” ‘ Il camionista in questione – si legge nel testo condiviso dai NoTav- pare essere un affezionato del Tav, lavora per una ditta che oltre a lavorare a San Didero lavora anche al Cantiere di Chiomonte dove sposta materiali! La ditta è ormai sull’orlo del fallimento ma grazie alle speculazioni che il sistema Tav offre riesce ancora a lavorare devastando il territorio’.
L’azione di protesta si inserisce nell’ambito del campeggio “Ecologico per un nuovo clima di lotta”.
Per i dimostranti chi lavora nel cantiere o per il cantiere è un “servo del Tav”, a prescindere da tutto.
B.And.