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“Ci dobbiamo vaccinare per proteggerci e per non contagiare le altre persone”

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Le cose sembrano messe così: una maggioranza silenziosa che si fa vaccinare e una minoranza chiassosa che protesta sulle piazze contro i vaccini e il Green Pass; in mezzo ci sono gli indecisi, i timorosi e quelli che vogliono vaccinarsi ma con…. il braccio degli altri, nel senso che attendono l’esito della campagna vaccinale per vedere l’effetto che fa e, se tutto andrà bene, godersi senza alcuna puntura i benefici dell’immunità di gregge.

Alla fine, come diceva il conduttore televisivo Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea. Ma perché dobbiamo vaccinarci?

LUCA SIVERA, ANESTESISTA ALL’OSPEDALE DI SUSA

Andiamo all’ospedale di Susa dove incontriamo il responsabile del servizio anestesia e rianimazione a Luca Sivera: “ La risposta arriva dai dati pubblicati il 27 luglio dall’Istituto Superiore di Sanità. Il 99% dei deceduti per Covid da febbraio ad oggi non aveva ricevuto le dosi del vaccino (o, al massimo, ne aveva ricevuta una soltanto) necessarie per costruire le difese immunitarie contro il Sars-Cov-2. Questo dimostra che il vaccino serve”.

Basta per convincere i No Vax? “ Le loro posizioni sui vaccini hanno ben poco di razionale”, dice Sivera che aggiunge: “ Mi preoccupano le proiezioni della campagna vaccinale; se confermate rischiamo un aumento dei casi di contagio e degli ammalati con un inevitabile diminuzione dei posti letto a disposizione negli ospedali”.

Anche se un motivo che fa sperare il contrario c’è: “ La prossima introduzione del Green Pass sta convincendo tanta gente a prenotare il vaccino”.

Altra motivazione: la testimonianza di chi il Covid l’ha visto nei volti degli ammalati e di quanti (e sono tanti) non ce l’hanno fatta e sono morti a causa di questo virus maledetto.

A Susa nel 2020 – spiega Sivera – siamo arrivati vicinissimi alla saturazione della nostra capacità di risposta al Covid. In due mesi abbiamo avuto qualcosa come 120 ricoveri e ci sono stati 3 o 4 giorni nei quali , con i colleghi, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: se oggi ne arrivano altri 5 non sappiamo dove metterli”.

La memoria, in generale, è piuttosto corta e ci si dimentica che “ soprattutto a marzo e aprile 2020 la sanità era paralizzata, costretta a lavorare quasi soltanto sull’emergenza Covid. Tutto il resto era bloccato, dalla prevenzione alla cura delle altre patologie”. E i medici “ avevano la sensazione di essere come soldati al fronte. Ancora oggi non so come ho fatto a evitare di rimanere contagiato”.

Ecco perché vaccinarsi è importante: “ Mettiamo al sicuro la nostra vita e, soprattutto, quella delle persone che incontriamo ed evitiamo che il sistema sanitario vada in tilt con conseguenze disastrose”.

MAURO DELL’ARMELLINA SOCCORRITORE

Poi c’è chi il Covid lo ha visto nei volti delle persone da soccorrere e portare all’ospedale. “ Ho fiducia nella scienza e questo mi ha fatto superare le perplessità”, dice Mauro Dell’Armellina, responsabile per Alpignano della Croce Verde ed è stato tra i primi a sottoporsi al vaccino contro il Covid.

In prima linea fin dall’esordio della pandemia, i soccorritori sono stati a stretto contatto con il virus. “ All’inizio si sapeva ben poco e i nostri protocolli cambiavano con una frequenza tale che quasi non facevi in tempo ad adeguarti alle novità”, ricorda Dell’Armellina che aggiunge: “ Dalla nostra sezione di Torino avevamo indicazioni e supporto. E questo ci ha aiutato tantissimo. Inoltre sono riusciti a garantirci sempre i presidi necessari, anche affrontando difficoltà non da poco”.

Con l’arrivo del vaccino la situazione è cambiata: “ Ci è stata data da subito la possibilità di vaccinarci. Non nascondo che all’inizio avevo qualche dubbio. Ma ho riflettuto su quanto avevo visto, sulle condizioni dei malati, sulla fatica che facevano a respirare. Non potevo immaginarmi intubato in un letto d’ospedale. E poi, diciamocelo, nessuno di noi si cura da solo. Quando sto male mi rivolgo ad un medico perché gli riconosco la competenza. La stessa cosa vale per i vaccini, ho fiducia negli scienziati che li hanno messi a punto. Ed ora possiamo dire con convinzione che i vaccini funzionano”.

Eppure ci sono ancora tante persone che non vogliono vaccinarsi: “ Purtroppo c’è troppa ‘informazione disinformata’, non basta parlare per sentito dire o basare le proprie scelte su un’ideologia. E poi, bisogna anche saper dimostrare le motivazioni che portano a determinate decisioni ”. Dell’Armellina ritiene che la scelta di vaccinarsi sia un atto di responsabilità

e di rispetto verso gli altri: “ Protegge noi stessi e le persone che ci sono accanto però non bisogna abbassare la guardia perché il vaccino non elimina il contagio”.

DANIELA PILAN MEDICO DI FAMIGLIA A SANGANO

La dottoressa Daniela Pilan è un apprezzato medico di famiglia di Sangano. Sin dai primissimi giorni dell’emergenza covid-19 si è trovata sulle “barricate” a portare avanti una lotta dapprima disperata e poi sempre più vincente contro il Sars- CoV- 2.

Anche lei è stata colpita dal virus, all’inizio di quest’anno, ma è riuscita a rialzarsi e a tornare in prima linea nel giro di qualche settimana, riuscendo a dispensare qualche consiglio ai suoi pazienti anche mentre era a casa, a letto con la febbre, isolata dal resto del mondo. Sin da marzo del 2020 sono poi diventati famosi i suoi video appelli, pubblicati sui social, in cui invitava i suoi pazienti (ma non solo) a rispettare scrupolosamente le norme anticovid.

Nel primo lockdown, il più duro, aiutata dalle due figlie, si è inoltre messa a raccogliere ricette che poi ha pubblicato in un libro, “Quaranta giorni da chef- Cucinare fa (del) bene”, il cui ricavato è andato e andrà in beneficenza.

Con questo curriculum è ovvio che la dottoressa Pilan proprio non sopporta chi non si vaccina per partito preso: “ Dal 1700 i vaccini salvano l’umanità e lo faranno ancora e ancora— dice Pilan — Soltanto il vaccino ci ridarà la libertà tanto invocata; non mi pare ci siano altre soluzioni o proposte costruttive. La storia ci insegna che le pandemie possono durare anni e allora che facciamo? Aspettiamo che il virus svanisca per incanto? Siamo davvero disposti a tollerare altre morti, altri lockdown, altre catastrofi economiche? Siamo protagonisti, vacciniamoci e poi potremo dire: ‘Io ci ho provato, io ho lottato, non sono stato alla finestra a guardare gli altri conquistare la libertà anche per me’. Vaccinarsi è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri, è il nostro abbraccio all’umanità. Vaccinarsi è la soluzione!”.

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