Cronacacronaca

Maturità, notte prima degli esami

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Tre, due, uno….. L’esame di maturità incombe e, i nostri ragazzi – reduci dagli anni del Covid, del lockdown e delle restrizioni – si trovano a poche ore dalle prove che son tornate ad essere (quasi) le stesse di prima della pandemia.

Una scelta che, quando è stata presa dal Governo, non ha mancato di suscitare polemiche.

Stesso esame del 2019, quindi, ma con studenti più fragili, che hanno ancora in corpo (e nella mente) le tossine di un lungo periodo a dir poco complicato.

Tanto per dire, sono gli stessi ragazzi e le stesse ragazze che, per la maggior parte, sono passati sotto lo striscione del 18° anno in una situazione di semi-clausura, senza i consueti riti ‘iniziatici’ e a volte un po’ tribali del passaggio alla maggiore età.

Sono i giovani della famigerata dad, croce e delizia di studenti e insegnanti; quelli che hanno saltato a piè pari le dinamiche di classe preziose e indimenticabili,vere e proprie palestre che aiutano calibrare le amicizie, soppesare gli amori, smussare i conflitti.

La notte prima degli esami sta per arrivare e non è detto sia un male, per la nostra ‘meglio gioventù’, affrontare l’esame tipico dei tempi ‘normali’.

Ma chi sono, come stanno i nostri studenti? Ce lo hanno fatto scoprire loro stessi, mesi fa, attraverso un progetto raccontato dalla pagina di ‘Società e Cultura’ uscita su La Valsusa nel mese di marzo.

Si tratta di una ricerca sul campo che ha visto come autori, tra novembre 2020 e i primi mesi del 2022, studenti e studentesse delle quarte del Liceo Scienze Umane Norberto Rosa di Susa che hanno seguito il percorso Competenze Trasversali e Orientamento (PCTO – ex alternanza scuola-lavoro).

Che cosa hanno fatto gli studenti?

Hanno elaborato (con le insegnanti di Scienze Umane) un questionario che poi hanno somministrato on-line a 1159 studenti e  studentesse dai 14 ai 20 anni di 4 Istituti di Scuola Superiore: Liceo Norberto Rosa (Susa); IIS Des Ambrois (Oulx); Liceo Darwin (Rivoli); IIS Bianchi – Virginio (Cuneo).

Effetti del lockdown e delle restrizioni

Per il 40% le restrizioni hanno condizionato moltissimo l’ umore. Il 90%  dice di aver sperimentato momenti di tristezza e di sofferenza mai provati prima, il 27,2% di aver avuto pensieri o di aver commesso atti di autolesionismo. Soltanto il 29,2% dice di non aver sperimentato disturbi del sonno o alimentari (insonnia, risvegli notturni, mancanza di appetito, episodi di bulimia, abbuffate o altro) e il 70,6% dice di aver subìto lutti per la perdita di persone care

Tanto tempo in famiglia, tutto ok? Non proprio

La maggior parte degli studenti intervistati ha trascorso più tempo con la famiglia, ma il 27% ha vissuto con disagio la permanenza forzata in casa a contatto con i propri familiari. Poco più della metà dichiara di aver avuto una vicinanza emotiva soddisfacente (31,3%) o pienamente soddisfacente (21,1%) dalla propria famiglia.

In  generale i legami familiari si sono rafforzati, ma oltre il 30% del campione dichiara un aumento grave e molto grave dei conflitti, il 12,1% denuncia una indisponibilità al confronto rispetto alla comprensione del fenomeno Covid-19 e l’11,2% dichiara che i familiari conviventi non hanno supportato per nulla l’elaborazione di solitudine, perdita di contatti e eventuali lutti.

Il vissuto personale

Il 53,4% ha percepito preoccupazioni forti e molto forti sull’evolversi della Pandemia. Il 36,4% dichiara che sono aumentate in modo considerevole a causa della comunicazione mediatica; solo il 15,2% si è sentito molto confortato da messaggi di solidarietà e azioni di condivisione (striscioni, flash mob, campagne).

Cambiamenti personali, quasi l’80% delle e degli intervistati dichiara di aver scoperto nuovi o inaspettati tratti del proprio carattere e di aver avuto momenti di riflessione per ascoltarsi in profondità; il 67,2% ha sviluppato nuove passioni e passatempi. Tra le emozioni e le sensazioni provate

Emozioni provate con maggiore frequenza durante il lockdown e le restrizioni: “noia”, “confusione”, “tristezza”, “solitudine”, “ansia”…

Strategie didattiche e Dad

Sulla scuola, il 36,8% valuta negativamente le strategie didattiche adottate nella didattica a distanza; solo il 26% le valuta positivamente.

L’81% dice di aver avuto maggiori problemi di attenzione e di concentrazione nella didattica a distanza. Il 67,4% dichiara che la distanza fisica dagli insegnanti e dai compagni ha influito negativamente (per il 15,3% moltissimo) sulla comprensione dei contenuti delle materie di studio. Anche l’umore è stato fortemente condizionato dall’esperienza della didattica a distanza.

Durante il periodo delle restrizioni, il dialogo educativo con i docenti è diminuito moltissimo per 17,5% ; solo il 12,2% non ha notato questa riduzione. Nel complesso, il 69,3% ha rilevato una diminuzione del dialogo educativo e il 60% una riduzione di quello con i compagni.

Amicizia e le relazioni affettive. Molti studenti dicono di aver avuto il supporto di una persona speciale che li ha aiutati a fronteggiare momenti di disagio e sofferenza.  Ma il 12,4% afferma di non aver avuto nessuno accanto e di aver vissuto in totale solitudine. In linea con questo dato, il 57,3% degli studenti dichiara una difficoltà nel mantenimento di una relazione affettiva durante il lockdown e, in particolare, il 54,4% di averla avuta relativamente alle amicizie. Il lockdown ha lasciato dietro di sé difficoltà legate al mantenimento delle amicizie per il 38,1% degli studenti, ma il 39,2% dichiara che tale difficoltà non è stata presente e quindi di essere riuscito, una volta tornato in presenza, a relazionarsi con gli amici come prima.

Un numero rilevante di studenti ha fatto nuove amicizie durante la pandemia attraverso piattaforme virtuali, ma il 42,9% dichiara di non averne stretta nessuna. L’utilizzo dei socialnetwork, che per il 65,7% è aumentato in maniera considerevole, non ha sempre portato alla strutturazione di nuovi rapporti e la sensazione di essere sempre online è stata sperimentata da oltre l’80% degli studenti che hanno dichiarato, nelle domande aperte, di sentirsi quasi “invasi” nel loro tempo libero da mail e da compiti che non attendevano, fuori-tempo e talvolta inopportuni. E nonostante la sensazione di essere sempre connessi, moltissimi studenti hanno vissuto molti momenti in cui la solitudine è apparsa loro insopportabile.

(Il questionario è stato elaborato dai ragazzi dopo il confronto con le insegnanti Ombretta Coccolo, Barbara Lo Manto e Anastasia Vanacore e con la supervisione scientifica della prof.ssa Lorena Milani, docente ordinario di Pedagogia sociale dell’Università di Torino. Gli studenti hanno potuto formarsi alla ricerca sociale e dell’educazione grazie a incontri formativi con le ricercatrici dell’università di Torino   Federica Matera e Giulia Gozzelino. Insegnanti, ricercatrici e studenti hanno dialogato e  partecipato in un percorso di formazione alla metodologia della ricerca in educazione).

Maturità, che cosa studiare per la prima volta

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