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Siccità, come avremmo fatto senza Acquedotto di Valle?

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Un festival dell’acqua dopo i mesi caldi, secchi, segnati dalla siccità? Sembra un paradosso, anzi lo è. Ma è un paradosso più che mai attuale e opportuno proprio perché l’emergenza è ancora in corso (visto che le precipitazioni sono molto al di sotto dei livelli consueti) ed è questo il tempo per parlarne, per affrontare i problemi. Che sono tanti e che chiamano in causa responsabilità delle istituzioni e dei singoli cittadini. E’ il contesto nel quale ha preso il via a Torino, nel Centro Congressi del Lingotto, la settima edizione del Festival dell’Acqua.

Un tema che… attraversa, e non poco, anche la Valle di Susa. Già, perché proprio qui, negli anni ’90, iniziò a farsi strada un’idea che allora a molti parve un po’ strana: realizzare un acquedotto di valle, con i tubi che pescano l’acqua a Rochemolles e la portano giù, alle porte di Torino, servendo tutti i Comuni attraversati. Va detto e riconosciuto che una delle menti lungimiranti di quel progetto abita a Caselette, ed è quella dell’ex sindaco ed ex presidente dell’allora presidente della Comunità Montana bassa valle Luciano Frigieri. Una vera grande opera, da tutti riconosciuta per la sua utilità, che per essere varata e realizzata ha dovuto superare non pochi ostacoli e che oggi è felicemente (è il caso di dirlo) in funzione.

Un’opera citata, venerdì 16 al Circolo dei Lettori, dal presidente della Smat Paolo Romano, che l’ha citata come esempio. E che ha fatto dire, a più d’uno a margine dell’incontro: “Ma cosa sarebbe successo in questi mesi in valle di Susa e nei dintorni, se non ci fosse stato l’acquedotto di valle?” Semplice: avremmo visto autobotti percorrere in ogni luogo la valle per dare da bere alla popolazione. Cosa che, visto il funzionamento di questa infrastruttura, non è sucessa. E meno male.

Ma il festival affronta la questione in un’ottica autenticamente glocal, capace di uno sguardo sugli aspetti locali, nazionali e internazionali. Così è per i cambiementi climatici, per le questoni infrastrutturali, per la necessità di adeguare i comportamenti dei singoli cittadini.

Il Festival dell’Acqua, ospitato nelle sale del Centro Congressi del Lingotto, è ideato e promosso da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che chiama a raccolta le oltre 450 aziende associate e tutti i soggetti che, a diverso titolo, si occupano dei servizi idrici e di pubblica utilità. E, com’è ovvio che sia l’edizione 2022 di Torino è organizzata in collaborazione con Smat. Società Metropolitana Acque Torino. L’appuntamento in corso a Torino non è solamente un’occasione per addetti ai lavori, ma coinvolge la cittadinanza con intrattenimenti, eventi artistici, culturali e sportivi, per approfondire il tema dell’acqua sotto varie angolature. Sono 160 i relatori, per una tre giorni di riflessioni e approfondimenti , 14 convegni tra sessioni plenarie ed eventi paralleli con ospiti nazionali e internazionali per parlare di acqua, intesa come risorsa essenziale per la vita.

L’edizione 2022 affonta in particolare il problema della siccità e dell’approvvigionamento idrico: con esponenti della politica, tecnici ed esperti del settore Agli incontri e alle tavole rotonde si affianca anche un palinsesto ricco di eventi, con spettacoli, installazioni e mostre dedicate consentono di approfondire il tema dell’acqua nei suoi molteplici aspetti.

Tra i dibattiti, da segnalare quello di ieri pomeriggio su “siccità e inondazioni, come contenere gli effetti dei cambiamenti climatici” con l’intervento, tra gli altri, del climatologo Luca Mercalli. Mentre oggi si parlerà di mitigazione e adattamento”, di gestione del servizio idrico nelle aree di crisi, dell’uso responsabile dell’acqua del rubinetto da parte dei cittadini, delle azioni di controllo sugli utilizzi idrici nei distretti idrografici dell’Italia settentrionale, del rapporto tra servizio idrico ed energia. Domani, venerdì 23 novembre, si parlerà di controllo dei reflui urbani e di controllo delle pandemie, del contenimento delle dispersioni idriche, dell’utilizzo dei fondi Pnrr per la tutela del territorio e delle risorse idriche. Da non perdere poi il Virtual Experience Smat : un’esperienza di realtà virtuale immersiva in cui il pubblico sarà portato alla scoperta del Ciclo Idrico Integrato, dalla captazione alla potabilizzazione fino alla depurazione dell’acqua e alla sua restituzione all’ambiente. E poi, di

Acqua & Movie venerdì 23 settembre nel Museo del Cinema si terrà la serata di chiusura del Festival. L’evento prevede la proiezione del film “Marcher sur l’eau” della regista Aïssa Maïga, vincitore come miglior documentario nella sezione internazionale dell’edizione 2021 del Festival Cinemambiente.

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