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Sant’Antonino, statue abbattute e… decapitate Ma non è stato un atto vandalico

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La statua di don Cantore, nell’omonima piazza dedicata al sacerdote, vandalizzata? Non è così. E’ il primo mattino di martedì 20 settembre. La gente che passa nella zona della Cooperativa è attonita. La statua che, nelle intenzioni dell’autore Gino Molineri, dovrebbe riportare le sembianze del compianto prevosto di Sant’Antonino è addirittura senza testa, decapitata. Quella del bambino è a terra, avvolta da un nastro bianco e rosso. Le foto, raccapriccianti, fanno il giro del web,dei social. I commenti indignati e arrabbiati, per mezza giornata, si sprecano. Poi la precisazione che arriva direttamente dal palazzo comunale.

E’ il vicesindaco Rocco Franco, da noi sentito per telefono a spiegare che cosa è successo: “Nessun vandalo. Da tempo eravamo d’accordo con Gino Molineri di procedere a una sistemazione delle due statue. L’Ufficio Tecnico ha incaricato gli operai comunali, martedì mattina, di procedere con la prima fase dell’operazione”.

Il punto, però, è che la scena che si presentata agli occhi dei santantoninesi martedì mattina era poco… rassicurante; tutto (o quasi) faceva pensare a un atto vandalico. E forse una comunicazione, sul web e sul posto, sarebbe stata opportuna visto il ricordo e l’affetto verso don Cantore che, in paese e in valle, continuano a rimanere vivi nella popolazione e nella valle.

Dal Comune fanno sapere che “la testa della statua è stata tolta e portata a Gino Molineri che la rimetterà in sesto; cosa pressoché impossibile da fare in loco”.

Le due statue, quella di don Cantore e del fanciullo, dovrebbero quindi tornare presto sul luogo in cui vennero collocate e inaugurate nel giugno di 10 anni fa. Anche se, in paese, non manca chi chiede di ripensare il ricordo di don Cantore. Secondo quest’opinione, Gino Molineri nel 2012 ha compiuto un’azione meritoria e

va ringraziato per aver pensato di realizzare con le sue mani l’opera dedicata a questo sacerdote molto amato in valle di Susa. Un ricordo che però andrebbe rinnovato con un’opera la cui realizzazione potrebbe essere affidata a qualche artista di livello nazionale. In Valle e in paese qualcuno c’è. Basta guardarsi intorno.

Bruno Andolfatto

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