La Stazione Meteo della Sacra di San Michele avamposto contro il riscaldamento globale
“Cominciamo con lo spegnere le luci perché risparmiare energia è doveroso”.
Luca Mercalli inizia così, venerdì 16 settembre nella Foresteria, a presentare la stazione meteorologicasul Monte Pirchiriano, nelle vicinanze della Sacra di San Michele, in un luogo aperto non distante dalla Torre della Bell’Alda.
Una stazione meteo all’ultimo grido ma che si colloca sull’alveo storico delle rilevazioni della rete della Società Metereologica Italiana che proprio qui, alla fine degli ’60 del 1800, aveva uno dei suoi punti nevralgici. E’ proprio Luca Mercalli a ricordare le parole di padre Francesco Denza religioso, napoletano, meteorologo e astronomo italiano, appartenente all’ordine dei barnabiti, noto per gli studi nelle scienze naturali e per il grande ruolo avuto nella nascita della meteorologia in Italia.
In quegli anni padre Denza costruì una rete di stazioni meteo, da Moncalieri ad Alessandria, Bra, Piacenza e poi qui, alla Sacra di San Michele. “ Uno dei punti più importanti per la climatologia del nostro Paese si trova sulla vetta del Pirchiriano che domina la valle di Susa e mette in comunicazione la pianura del Po con il Monceni sio”, scriveva nel 1967. Poi aggiungeva: “Da questa valle provengono i venti più impetuosi; dal Nord del Continente penetrano nelle nostre contrade e hanno cotanta influenza sul clima delle medesime”. Ed è proprio in questa valle che si formano molti temporali.
“ Così – spiega Mercalli – dal marzo del 1866 alla Sacra iniziano le osservazioni e le rilevazioni termometriche, tutti i giorni ogni tre ore, dalle 6 del mattino alle 9 di sera”.
Che cosa ci rimasto di tutte queste rilevazioni? “ Poco o nulla – esclama sconsolato Mercalli -; quasi tutte le osservazioni sono andate perdute; i registri non ci sono più. Non si trovano neanche gli strumenti utilizzati. Chissà che un giorno o l’altro un po’ di materiale non spunti fuori”.
Qualcosa però è sopravvissuto al tempo e alla scarsa capacità degli uomini di custodire la memoria. “ Si tratta di alcune statistiche pubblicate tempo dopo, in un tentativo di riordinare e sistematizzare i dati. Sono dati pluviometrici, sulle precipitazioni mentre mancano completamente quelli sulle temperature ”.
Dati comunque capaci di sollevare qualche curiosità e che ci fanno scoprire che “ nel periodo tra il 1871 e il 1897, avevamo inverni dominati dal tempo secco, primavere molto piovose con precipitazioni in calo nell’estate ma che riprendevano vigore con l’autunno. Ed è singolare che l’anno più secco e quello più ‘bagnato’ siano due anni consecutivi, il 1871 (appena 500 mm di pioggia) e il 1871 (con ben 1396 mm e diversi episodi alluvionali)”.
Curiosità, certo. Ma che restituiscono il senso della differenza tra quel ‘tempo’ e quello oggi dominante. E che la nuova stazione meteo, collocata dalla SMI alla Sacra ha iniziato fedelmente a rilevare. Un tempo brevissimo (la stazione ha preso il via ad aprile 2022) ma che trasmette più di qualche significativa sensazione suffragata dai dati.
Tanto per non farsi mancare niente, rileva Mercalli, “ la stazione è stata subito sottoposta (involontariamente) a uno straordinario stress test. Il foehn impetuoso soffiato tre giorni dopo l’entrata in funzione della stazione meteo, con raffiche di vento che hanno raggiunto i 140 km orari e una media, in sei giorni, di 78 km/h. E vi anticipo che, se le cose continuano così, con i venti invernali ne vedremo delle belle”.
Poi ci sono i dati su questa pazza estate che “ha segnato il record assoluto della stagione più calda e allo stesso più secca della storia”.
A luglio quassù (938 m. di altitudine) la temperatura
minima era di 22,6 gradi che è quella tipica della pianura e, in particolare della città di Torino che si trova a 250 m. slm.
Non ancora significative, dal punto di vista dei confronti, quelli della piovosità “ anche se la miseria di 287 mm in cinque mesi sono un dato inquietante. Ne avremmo dovuti registrare molti di più. E all’appello, come nel resto d’Italia manca almeno metà delle precipitazioni necessarie. Un dato che non riguarda solo la Valle, Torino, il Piemonte e l’Italia ma gran parte dell’Europa occidentale”.
E’ la realtà del riscaldamento globale e dei mutamenti climatici su cui, da anni, Mercalli combatte una battaglia per cambiare politiche e comportamenti collettivi e individuali. “ L’alternativa – dice – è la catastrofe come a più riprese sostiene il presidente dell’Onu Guterres”.
Comunque sia, in questa battaglia anche la Sacra fa la sua parte, piccola ma importante, grazie a questa stazione meteo che emette dati ogni 10 minuti. Dati visibili e riscontrabili sul sito internet della Sacra di San Michele. Provare per credere.
Bruno Andolfatto