L’Arcangelo Michele, un alleato contro sfiducia e individualismo perchè l’umanità ritrovi la via della Pace
L’Arcivescovo Roberto Repole è salito alla Sacra giovedì 29 settembre
San Michele Arcangelo è stato celebrato e festeggiato, giovedì 29 settembre, nella sua ‘Sacra’ che svetta in cima al Monte Pirchiriano. Quest’anno, per la ricorrenza, è salito fino all’abbazia che è anche monumento simbolo del Piemonte, l’Arcivescovo di Torino e Susa mons. Roberto Repole. Una celebrazione solenne che ha restituito il fascino e il mistero di un luogo caro ai valsusini. Attorno a mons. Repole, il rettore don Claudio Papa e molti sacerdoti della diocesi di Susa. Tra questi don Romeo Zuppa, l’ottantenne parroco di Sant’Ambrogio e Chiusa San Michele, i due comuni valsusini ai piedi della millenaria Abbazia. Molti anche i sindaci della valle di Susa e della Valsangone, l’onorevole Daniela Ruffino e il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo. Ad animare la liturgia i canti della Corale della Sacra.
Al termine della celebrazione, l’inaugurazione della nuova statua dedicata a San Michele Arcangelo realizzata dall’artista gardenese Helmuth Perathoner- Perché questa statua? “ Semplice, perché ce l’hano chiesta i fedeli e anche alcuni sindaci, tra cui i primi cittadini di Rubiana Gianluca Blandino e quello di Sangano Alessandro Merletti”.
L’incarico è stato affidato a Peratohoner definito da don Papa “un uomo di fede oltre che un artista”. Un unico blocco di legno di pino d’alta quota, scolpito a mano. L’ispirazione? Il quadro collocato dietro l’altare che raffigura la sottomissione del male con l’arcangelo che tiene il piede sulla testa del maligno e con le sue ali che proteggono l’umanità.
La figura dell’Arcangelo Michele la troviamo raccontata nell’Apocalisse. E’ un’immagine antica e moderna al tempo stesso. Lo ha ricordato nella sua omelia il vescovo, mons. Roberto Repole. La lotta dell’Arcangelo contro il male; una lotta impari che vede Michele prevalere ma non in maniera definitiva. Come a significare che quel duello continua, ancora oggi, nell’umanità, nella società, perfino nella chiesa.
Il drago, il maligno, il male c’è ancora. E le tentazioni con cui cerca di sedurre l’uomo continuano.
Mons. Repole chiama per nome le tentazioni che agitano la contemporaneità.
“ Una grande tentazione oggi, è quella di una stanchezza così potente, così forte da non darci più fiducia nella vita e nel futuro. E’ una tentazione terribile. Vivere sotto l’ala di San Michele significa lottare in ogni istante per guardare al presente e al futuro con un’ottica di fiducia e di speranza”.
“ Un’altra tentazione che attraversa tutti è la violenza che nasce dall’individualismo. Un individualismo personale e, a volte, nazionale. Siamo nel pieno di una guerra, vicina a noi, che porterà inesorabilmente grandi danni a noi e a tutta l’umanità. E da dove nasce la guerra se non dall’individualismo di popoli che non riescono più a capire che la loro è una cultura vera soltanto se è aperta alla cultura di altri popoli. Ma quella violenza dei popoli è la stessa violenza che nel piccolo si trova nelle nostre famiglie, nei nostri paesi e, ahimé, anche nella Chiesa”.
Ma ha ricordato Repole, “ San Michele è anche raffigurato come colui che tiene in mano una bilancia, come l’equilibratore; colui che porta equilibrio nel cosmo e nelle anime. Ecco perché oggi vogliamo chiedergli di aiutarci a lottare contro ogni tentazione e far sì che i nostri cuori trovino la pace e l’equilibrio. E Dio solo sa quanto oggi ci sia bisogno di cuori e anime equilibrate che sappiano portare la pace dentro di sé e al di fuori di sé”.
Bruno Andolfatto