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Tav, stanziati 750 milioni per la ‘Avigliana-Orbassano’. Toninelli? Un lontano ricordo

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I 750 milioni per la tratta nazionale Tav ora ci sono. Il Governo Meloni li ha stanziati. Merito (per i sostenitori dell’opera) o colpa (per i detrattori) di Paolo Foietta, già presidente dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione e oggi presidente della Conferenza Intergovernativa che sovrintende alla costruzione dell’opera. Foietta, con tutti gli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni (gialloverde toninelliano a parte), si è sempre mosso con la giusta dose di diplomazia per sollecitare lo stanziamento.

Una decisione attesa dall’Unione Europea che presto dovrebbe aggiungere la sua parte (il restante 50 per cento) per raggiungere quota 1 miliardo e 500 milioni. Soldi che serviranno per mettere giù i binari della tratta ‘in variante’, quella dopo Avigliana dove il treno veloce (o capace) lascerà la linea ‘storica’ per imboccare il nuovo tratto sotto la collina morenica rivolese, attraversando i territori di Rivalta e Rivoli per giungere all’interporto di Orbassano e proseguire fino a Settimo qui connettersi alla Torino-Milano-Trieste.

Altro passaggio atteso è quello del Cipe per l’autorizzazione del terzo lotto della tratta internazionale sul completamento delle opere civili legate al tunnel di base.

“E’ importante che i 750 milioni siano stati stanziati proprio in vista della decisione che dovrà prendere la UE che non potrebbe certo finanziare un’opera per la quale non vi sia una volontà certa e certificata sul piano economico da parte dell’Italia”, commenta Foietta che ritiene questa un’ottima notizia da servire al tavolo della Conferenza Intergovernativa Italo Francese che si riunirà il 13 dicembre in video conferenza.

Intanto la progettazione della tratta italiana procede e sorgono i primi malumori espressi dagli ambienti No Tav sull’aggiornamento del progetto elaborato nel 2011 e poi accantonato con il Governo Conte-Toninelli-Salvini.

E’ il Comitato No Tav di Rivalta a criticare la bozza progettuale. “Non c’è praticamente alcun cambio di percorso – dichiarano fonti No Tav – e dopo un anno di interlocuzioni con le amministrazioni comunali le modifiche sono minime e peggiorative”.

C’è chi annota che con la nuova ipotesi la nuova linea si allontani dalla cappella di San Vittore, luogo simbolo di Rivalta ma, obiettano i No Tav “si tratta di uno spostamento è irrisorio e corrisponde a un equivalente avvicinamento della tratta all’abitato di Tetti Neirotti, a Rivoli” . In più, “vengono sempre tagliate la provinciali per Rivoli, la variante del Dojrone e strada San Luigi, tre arterie fondamentali per il traffico e gli spostamenti nella cintura ovest di Torino. Senza contare che il percorso”.

Annotazioni che lo stesso Paolo Foietta derubrica ad “atteggiamenti folkloristici di chi non vuole rassegnarsi e rendersi conto di essere in netta minoranza. La Torino-Lione si farà, questo è certo”.

bruno andolfatto

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