Autostrada in tilt per i lavori. Salgono le proteste, si fa strada l’ipotesi della class action
‘Cara Sitaf, stavolta hai toppato…”. E’ uno dei messaggi ‘pubblicabili’ rivolti alla Società della Torino- Bardonecchia dai pendolari valsusini esasperati dopo ore di coda la mattina di martedì 2 maggio e dalla vana speranza accedere alla A32 dalle ‘porte’ di Avigliana Centro e Avigliana Ovest.
I racconti dicono tutto. Come quello di S.F. che bene riassume i fatti: “Ore 8.30, partenza da Sant’Antonino per andare a Torino. Sulla ex 24 statale 24 trovo una coda lunghissima. Un incidente? No, l’ingresso di Avigliana Ovest è chiuso. Ragionamento logico: se questo é chiuso sarà aperto quello di Avigliana Centro. Niente da fare, chiuso pure quello. Tanti automobilisti, ignari della chiusura contemporanea, fanno lo stesso ragionamento e provano a passare da un ingresso all’altro intasando nelle due direzioni le arterie di collegamento. Risultato: caos totale, code eterne. L’unica è provare a raggiungere il capoluogo subalpino mettendosi ‘pazientemente’ in coda sulla Statale 25. Risultato: arrivo in studio alle 10.30, con oltre un’ora di ritardo. Due per un itinerario che, in condizioni normali, si percorre in circa 40 minuti”.
In coda sulla statale nel tentativo di arrivare in città
Sui social compaiono commenti a volte irriferibili. La rabbia è tanta. Ad essere danneggiate dalla situazione anche le imprese che sorgono nelle vicinanze degli svincoli autostradali. “Qui si prospettano disagi pesantissimi per quattro mesi, fino al 3 settembre”, afferma Renata Enriù titolare di ‘Respiraire’. “Ho parlato con gli altri imprenditori della zona e stiamo valutando iniziative e manifestazioni, forse addirittura l’attivazione di una class action per chiedere i danni. Già perché questa situazione ci mette in forte difficoltà; quasi impossibile per clienti e fornitori raggiungere i nostri uffici e magazzini”.
Enriù ne ha per tutti: “Ma i sindaci, i rappresentanti del territorio dove sono? Cosa fanno?”.
Qualche ora ed ecco che arrivano le prime reazioni del sindaco di Avigliana Archinà e poi del presidente dell’Unione dei Comuni Banchieri che scrive al Prefetto. Intanto la Sitaf nicchia, poi riaggiusta il tiro, annuncia aperture e chiusure a singhiozzo degli ingressi a seconda delle code. Ma a chiedere scusa agli utenti per i disagi non ci pensa neppure. Anche se, è sempre Renata Enriù a parlare, “delle scuse non sapremmo proprio che cosa farcene. Qui servono soluzioni. Non possono lasciare quattro mesi una situazione come questa con migliaia di persone costrette a buttare via due ore al giorno. Ma poi… una domanda semplice: fare i lavori di notte proprio non si può?”.
Lavoratori, pendolari, imprenditori e cittadini attendono risposte. Anche perché, è bene ricordarlo, Sitaf è concessionaria di un servizio pubblico. E di qualcosa dovrà pure rendere conto.
Bruno Andolfatto