CronacacronacaStoria locale

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Famiglie, ragazzi, appassionati di archeologia, piccoli e grandi ‘Indiana Jones’ alla ricerca di un’avventura immersi nel fascino della preistoria. E’ accaduto domenica 17 settembre a Vaie e a Chianocco, due tra i tanti siti inseriti nel programma della Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa giunta all’edizione n° 24.

Quella di domenica 17 per il Museo della Preistoria, che sorge nell’edificio del vecchio Comune di Vaie in via San Pancrazio 4, è stata una domenica speciale, diversa da tutte le altre visto che il sito era inserito nel circuito della Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa.

A Vaie , nel cuore del piccolo e suggestivo paese, ogni domenica alle 10 del mattino e alle 15 del pomeriggio, appassionati e curiosi hanno la possibilità di seguire un percorso tra bosco e museo, iniziando con la passeggiata nel bosco che porta a una capanna preistorica ricostruita e al Riparo Rumiano, luogo sotto le rocce
della montagna nel quale alla fine del 1800 sono stati trovati interessanti reperti preistorici. Un percorso che trova il suo completamento all’interno del Museo della Preistoria, dove i visitatori hanno l’o pportunità di ammirare alcuni reperti rinvenuti negli anni e tra questi le asce trovate sul pianoro della Baità (proprio dentro il Riparo Rumiano) che fanno bella mostra di sé insieme ad altre provenienti dal Museo di Cuneo.

“Questo luogo – spiega la curatrice della mostra Stefania Padovan – racconta come vivevano circa 6.500 anni fa le popolazioni del neolitico”.

La narrazione parte al piano terra proprio con i reperti e prosegue al primo piano con il laboratorio e le ricostruzioni sperimentali di oggetti del passato che aiutano adulti e piccini a immaginare com’era la vita dell’uomo da queste parti migliaia di anni fa.

E’ la vaiese Carla Giaccone, domenica pomeriggio, ad accogliere i visitatori arrivati qui per il loro viaggio nella preistoria.

“In programma – racconta – c’era un racconto animato tra le bevande fruttate in voga nel periodo preistorico ma all’ultimo momento è saltato”.

Ed ecco la soluzione, accettata volentieri dai visitatori: “Proviamo a costruire bicchieri con l’argilla come quelli realizzati dagli uomini e dalle donne della preistoria”.

Detto e fatto si comincia. Carla Giaccone dà le dritte per realizzare gli oggetti plasmando l’argilla e, manco a dirlo, i bambini sono i più svegli nel raccogliere le indicazioni e realizzare i bicchieri in perfetto stile preistorico. Un’attività che, insieme a tante altre, viene abitualmente proposta in questi locali con le scolaresche, con associazioni e con centri estivi.

Lasciamo Vaie e saliamo verso la media valle per arrivare a Chianocco. Anche qui la Preistoria va forte; le visite della Giornata del Patrimonio Archeologico – oltre al castello, alla mostra degli antichi mestieri e alla Cappella di Sant’Ippolito – invitano infatti a raggiungere un punto panoramico attraverso un sentiero che si dirama dalla strada che sale alla borgata Pavaglione.

“Da qui – racconta Barbara Magni – è possibile ammirare, da una posizione privilegiata la profonda voragine dell’Orrido, oasi xerotermica dove cresce spontaneamente il leccio. E si vede distintamente una grotta, nella parete di destra dell’Orrido, dove gli scavi del 1985 condotti all’archeologo Aureliano Bertone hanno portato alla luce i resti di un bivacco del III millennio a.C.. All’epoca in cui in Egitto venivano costruite le piramidi, da queste parti una prima comunità “chianocchina” utilizzava l’anfratto dell’Orrido come insediamento stagionale durante la transumanza”.

Sul luogo ci sono stati ritrovamenti ossei, principalmente di ovocaprini, resti di focolari e di frammenti ceramici riferibili a grosse anfore di stoccaggio per le derrate alimentari.

“Il reperto più interessante è un dente umano, con una profondissima carie, che sicuramente avrà di certo provocato, al suo proprietario, dolori atroci. Ma è la presenza di frammenti di ceramica più pregiata, appartenenti alla cosiddetta “Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata”, proveniente dalla Pianura Padana, a farci capire come la comunità di Chianocco avesse contatti con le genti che transitavano in Valle all’epoca in cui Costantino e Carlo Magno, Adelaide, i Bertrandi ed i Savoia erano ancora molto, molto lontani”

Bruno Andolfatto

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