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Bruzolo, dal 1° ottobre Smat ha le chiavi dell’acquedotto

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Quella del 1° ottobre 2023 per Bruzolo è una data storica che segna la fine della ‘battaglia dell’acqua’ combattuta a suon di carte bollate dall’ultimo dei Comuni della provincia Torino che fino all’ultimo ha resistito alla gestione ‘allargat a’ delle risorse idriche. Dall’inizio del mese la Smat (Società Metropolitana Acque Torino) ha infatti acquisito la gestione del Servizio Idrico Integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) del Comune di Bruzolo.

“Con l’arrivo di questo Comune – sottolinea Paolo Romano, presidente di Smat – la Società raggiunge i 292 comuni serviti completando la copertura di un’area territoriale alla quale l’azienda ha riservato particolare attenzione con la realizzazione dell’Acquedotto per la Valle di Susa, un’infrastruttura realizzata per garantire la continuità degli approvvigionamenti anche nei periodi di elevata siccità’.

Questo mentre Roberto Barbon, sindaco di Bruzolo, dichiara che ‘ l’affidamento a Smat del servizio di acquedotto, fognatura e depurazione consentirà di garantire alla popolazione continuità e qualità attraverso una gestione industriale del servizio”.

La consegna delle chiavi dell’acquedotto bruzolese (e del servizio idrico integrato) arriva cinque mesi dopo la tormentata seduta del consiglio comunale, martedì 9 maggio, terminato con la delibera che sanciva l’avvio delle pratiche di passaggio alla Smat.

Una notizia che non può certo passare inosservata visto che a ‘capitolare’ è proprio il paese che, fin dagli anni ‘90, si è fieramente opposto all’autorità d’ambito sulla gestione delle acque e al passaggio dell’acquedotto nelle mani della Smat. Ironia della sorte o della storia, a mettere la firma è proprio Roberto Barbon, il sindaco che ha iniziato e proseguito questa battaglia (“ nel nome dell’acqua pubblica”, come lui stesso ha sempre sostenuto) proclamata negli anni ‘97 ‘98, quando in ossequio alla Legge Galli, venne attuata la gestione integrata delle risorse idriche su scala provinciale.

Alla fine nella primavera di quest’anno Barbon e il suo Comune si sono dovuti arrendere, alzando le mani non di fronte alle carte bollate, alle ingiunzioni, ai commissariamenti ma a mesi di siccità che hanno prosciugato sorgenti, pozzi e vasche dell’acquedotto.

Così, da quel momento, sono partite le trattative per quella che potremmo definire una resa per causa di forza maggiore. “ La situazione è grave da almeno un anno – ammetteva Barbon durante il consiglio comunale del maggio scorso – e abbiamo fatto di tutto per resistere. Speravamo in un autunnoinverno … migliore, con più precipitazioni, più pioggia e più neve. Invece quello che è successo lo abbiamo visto tutti. Risultato, le vasche dell’acquedotto fanno impressione, sono pressochèè vuote e l’emergenza può scattare da un momento all’altro”.

Insomma a quel punto della vicenda, il rischio di trovarsi da un giorno all’altro senza una goccia d’acqua era reale, non c’era tempo da perdere e l’unica scelta possibile risultava una sola: dare le chiavi dell’acquedotto a chi è in grado di riempirlo. I soggetti sono proprio quelli ai quali Bruzolo, ultimo Comune a resistere, si è contrapposto per anni: l’Autorità d’Ambito e la Smat.

Lo ripeto, a sconfiggerci non è stato nessun altro se non la siccità – insisteva Barbon in quella storica seduta-; abbiamo difeso l’acqua pubblica e rifarei tutto quello che ho fatto. Il problema è che oggi rischiamo di difendere una cosa che rischia di non esserci più: l’acqua, appunto. Ed è proprio l’acqua il bene che dobbiamo assicurare alle famiglie, agli allevatori, alle industrie del territorio. La situazione è drammatica e non abbiamo altra scelta”.

Bruno Andolfatto

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