Migranti

Mimmo Lucano a Venaus: “Ma come può un cristiano votare Lega?”

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“Anche la Chiesa mi ha espresso solidarietà.
Del resto, come può un cristiano stare con la disumanità?”
 
Sala gremita domenica 28 aprile al Polivalente di Venaus  per l’ospite d’onore del Valsusa Film Fest: Mimmo Lucano, sindaco (deposto) di Riace. Protagonista di una stagione politica e sociale all’insegna dell’accoglienza interrotta da un’indagine della magistratura, Mimmo Lucano ha raccontato la sua storia e la storia del suo paese da tempo “gemellato” con la Valle di Susa. 
Mimmo Lucano

Più di duecento le persone presenti in un clima di entusiasmo che ha riservato a Lucano vere e proprie standing ovation, con qualche concessione (all’inizio) alle liturgie del popolo no tav e l’immancabile urlo: “A sarà dura”. 

 In effetti il rapporto tra il calabrese Mimmo Lucano e questo lembo di terra piemontese risale ai fatti di Venaus di fine 2005, quando lo scontro sulla Tav era ai massimi livelli. 
Oggi, rievocazioni a parte, i punti di unione sono altri. E si chiamano: integrazione, incontro tra culture e genti diverse, capacità di trasformare un dramma (la fuga dalle terre colpite dalla guerra ma anche dalla miseria) in opportunità per chi arriva e per chi accoglie.
Già, l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo. Temi che uniscono l’esperienza di Riace a quella della valle di Susa col suo progetto di microaccoglienza diffusa.
Un esperimento che a Riace era riuscito talmente bene da essere proposto non solo a livello nazionale ma mondiale come un esempio. 
Poi, come spesso succede, nessuno è profeta in Patria. Il clima politico è cambiato, quello culturale lo ha preceduto o lo ha seguito, la sensibilità della gente è cambiata e il cinismo di alcuni politici ha cavalcato il rancore e le paure dilaganti. 
Da cittadino modello a inquisito il passo è breve. E quel percorso di integrazione dei migranti è finito nel mirino della magistratura, del governo gialloverde e (ma guarda un po’) del ministro leghista Salvini. Le accuse? Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, presunti illeciti nell’affidamento degli incarichi per la raccolta differenziata, Mimmo Lucano, da tempo, è oggetto di alcuni provvedimenti restrittivi; prima gli arresti domiciliari poi il divieto di dimora a Riace, che vuol dire non poter mettere piede né tanto meno abitare nel suo paese.
“Mi hanno offerto di candidarmi al Parlamento Europeo
– ha detto – ma non ho voluto farlo. Significava utilizzare una posizione di privilegio che mi avrebbe garantito l’immunità di fare la campagna elettorale”. Chiari i riferimenti a Salvini. 
L’attuale ministro dell’interno è stato più volte citato da Lucano: “In questi anni – ha detto – ho ricevuto numerosi attestati di vicinanza, anche dalla chiesa. Una cosa che mi fa dire: ma come può oggi un cristiano, votare per Salvini e per la disumanità?“.
Lucano non si sottrae dal parlare della sua vicenda giudiziaria e lo fa con orgoglio.
“Sono un sindaco ‘deposto’ ma non mi sono mai sognato di dimettermi – racconta – perché ho il mio orgoglio. E anche la Cassazione ha detto che le misure cautelari a cui sono stato sottoposto sono ingiuste: sotto i 150 mila euro infatti gli affidamenti alle cooperative di tipo B si possono fare”.
Ma Riace è stata molto più di una questione di cavilli giuridici.
“E’ancora oggi un luogo di appena 1.600 anime che si contrappone al razzismo oggi dominante, alla disumanità, alla tendenza ad alzare i muri”. 
E poi, aggiunge Lucano, “perché hanno soppresso l’esperienza di Riace ma hanno lasciato che andasse avanti quella di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, dove c’è il caporalato, lo sfruttamento, le baraccopoli, la gente che vive, soffre e muore. Qui non c’è stata alcuna iniziativa della mmagistratura”.

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