Tav, i bandi pubblicati sulla G.U. europea
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E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea on line (Ted), edizione S53 del 15 marzo scorso, il bando di Telt per la realizzazione dei lavori principali del tunnel di base della Tav Torino-Lione.
L’avviso legale (”avis de marchés” nella versione originale francese, “bando di gara” nella traduzione italiana) specifica che i lotti sono tre:
1) lotto 1, cantiere operativo n.5 (scavo del tunnel di base a partire dall’attacco della discenderia di Villarodin-Bourget/Modane), importo a base d’asta 1.000 milioni di euro (Iva esclusa), un miliardo;
2) lotto 2, cantiere operativo n.6/7 (scavo del tunnel di base a partire dagli attacchi delle discenderia di La Praz e di Saint-Martin-la-Porte), importo 1.130 milioni (Iva esclusa);
3) lotto 3, cantiere operativo n.8 (scavo del tunnel di base a partire dagli attacchi dei portali di Villard-Clement), 180 milioni di euro.
Il bando precisa che le imprese possono partecipare a tutti i lotti, ma a ciascuna potranno essere aggiudicati al massimo 2 lotti secondo le seguenti combinazioni: lotti 1 e 3 oppure lotti 2 e 3. Se presenta l’offerta migliore sui lotti 1 e 2, gli sarà aggiudicato uno solo di questi due lotti.
Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione è fissato al 28 maggio prossimo (due giorni dopo la conclusione delle elezioni eropee, 23-26 maggio).
Poi Telt dovrà verificare la presenza dei requisiti di partecipazione e – solo dopo il via libera dei governi italiano e francese – inviare alle imprese prequalificate le lettere di invito con i capitolati di appalto, con la scadenza per la presentazione delle offerte.
Nel bando si ricorda ai candidati che la procedura può essere dichiarata senza seguito, in qualsiasi momento fino alla stipula dell’appalto, e che non dispongono di alcun diritto di firma dell’appalto né al rimborso delle spese derivanti dalla partecipazione alla procedura.
Circa le motivazioni che potrebbero giustificare la retromarcia, il bando spiega che “questa facoltà di rinuncia alla conclusione dell’appalto da parte dell’Ente aggiudicatore può avvenire per motivi economici, giuridici o tecnici o risultare da una scelta dei due Stati”. Una “libera scelta”, dunque, ma si precisa “dei due Stati”.
Resta aperto il tema di cosa succederebbe se solo uno dei due
chiedesse lo stop al bando (nel Cda di Telt la rappresentanza è divisa a metà tra Francia e Italia). Non a caso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’avvio di una consultazione con il governo francese per una integrale e consensuale revisione del progetto.
A quel punto la richiesta di fermare i bandi verrebbe insieme da Francia e Italia, allo scopo di rivedere trattato internazionale e progetto dell’opera (naturalmente con il forte rischio, quasi una certezza, di perdere gli 830 milioni di euro già concessi dalla Ue per il 2014-2020).
Se invece Italia e Francia non arrivassero a un accordo a breve (entro giugno/ luglio), l’unica strada in mano all’Italia per fermare l’opera sarebbe una revisione unilaterale del trattato Italia-Francia, procedura lunga e che comunque potrebbe essere contestata dalla Francia (in base al diritto internazionale) con richiesta danni e giudizio da parte di un tribunale arbitrale internazionale.