Analisi costi/benefici n°8
Alla fine tanto tuonò che… piovve. E allora eccola la tanto attesa “analisi costi benefici” (la numero 8 da quando si parla di Tav Torino-Lione) fare la sua apparizione all’alba di martedì 12 febbraio sul sito web del Mit, il Ministero delle Infrastrutture del pentastellato Danilo Toninelli: 80 pagine di valutazioni, dati, grafici a cui si aggiungono altre 53 pagine della relazione tecnico-giuridica.
Per dire cosa? Nulla di diverso da quanto preannunciato dalle neanche troppo velate indiscrezioni. E cioè che, secondo gli esperti nominati da Toninelli, i costi della costruzione della Torino-Lione supererebbero i benefici di circa 7-8 miliardi di euro, sia nello scenario economico più ottimistico sia in quello considerato realistico. Cifra che risulterebbe di poco inferiore nel caso si realizzasse solo la cosiddetta “mini-Tav” (il progetto “low cost” ).
Non solo, ma per i superesperti anche il rischio di dover pagare fino a 4,2 miliardi di penali e rimborsi (cifra peraltro contestata dallo stesso ministero che parla di errore macroscopico dell’analisi in quanto le penali massime sarebbero di 400 milioni farebbe pendere la bilancia della valutazione a favore del semaforo rosso ai lavori.
L’ACB in sintesi
I DUE SCENARI. Sono due gli scenari considerati nell’analisi e per entrambi la stima di redditività viene calcolata sia con riferimento al costo totale che a quello ‘a finire’ (che esclude la somma già spesa di 1,4 miliardi).
Nel primo scenario, che parte dalle valutazione costi benefici dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione del 2011, il valore attuale netto economico (Vane), ovvero la differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti, risulta negativo per 7.805 milioni con riferimento ai costi a finire (costi per 21.970 milioni e benefici per 14.165 milioni), mentre a costo completo è pari a -8.760 milioni.
Nel secondo scenario, quello definito ‘realistico’ il Vane risulta pari a -6.995 milioni considerando i costi ‘a finire’ (12.412 milioni di costi e 5.417 milioni di benefici) e -7.949 milioni se si fa riferimento al costo intero.
Nelle conclusioni, poi, si spiega che, a fronte di effetti complessivi del progetto pari a 885 milioni (l’effetto negativo dei flussi merci per 463 milioni viene compensato dal beneficio positivo di 1,3 miliardi per i passeggeri) e costi attualizzati di investimento ‘a finire’ e gestione per 7,9 miliardi, il Vane risulta pari a 7 miliardi: tolti anche i costi di ripristino delle opere realizzate finora e quelli della messa in sicurezza, rimane un saldo di -5,7 mld.
LA MINI-TAV. Nel caso si ipotizzi di non realizzare la tratta Avigliana-Orbassano, l’analisi non evidenzia un grande risparmio. Nello scenario realistico, il saldo con costi ‘a finire’ ammonterebbe a -6,138 miliardi e quello calcolato con riferimento al costo intero -7,093 mld. Nello scenario Osservatorio 2011 il Vane con costi a finire risulterebbe pari a -7,212 miliardi (-8,167 mld in quello a costo intero).
RISCHIO PENALI. In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe raggiungere i 4,2 miliardi: è quanto è possibile determinare sommando i vari importi contenuti nella Relazione tecnico- giuridica collegata all’analisi costi benefici della Tav.
10-16 MLD COSTO SU CASSE STATO. La Tav avrebbe un impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati superiore alla sola somma dei costi di investimento e di gestione: sommando anche le minori accise, si arriva ad un bilancio complessivo di 10-11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario ‘realistico’ e 16 miliardi in quello ‘Osservatorio2011’.
POCHI BENEFICI PER L’AMBIENTE. “Pur in presenza di stime di cambio modale generose, i benefici ambientali attesi (monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario “Osservatorio2011″) sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile”.